Roma Capoccia
Sulla giunta regionale del Lazio ora c'è un asse Lega-FI contro FdI
Gli alleati di Meloni: “Gli assessorati vanno dati in base alle percentuali di lista non ai seggi”. Rocca vuole tenersi la superdelega per la Sanità, ma gli altri nella maggioranza rilanciano: "Se la tiene il presidente, non possono andare sei o sette posti a Fratelli d'Italia"
Sembra un cavillo ma Lega e Forza Italia sperano che diventi una mossa del cavallo. L’obiettivo? Ottenere più posti in Giunta rispetto a quelli previsti dal “manuale Cencelli” di Fratelli d’Italia. La partita per la squadra di governo di Francesco Rocca rischia di avvitarsi su una serie di tecnicismi che celano uno scontro politico all’interno del centrodestra. Oggi è prevista la proclamazione dell’ex presidente della Croce Rossa, mentre slitterà alla prossima settimana l’apposizione del sigillo dell’ufficialità sull’attribuzione dei seggi in Consiglio regionale.
La composizione del parlamentino delinea gli equilibri tra le forze vincitrici, quindi, inevitabilmente, è un tema legato a doppio filo con quello della distribuzione degli assessorati. Come spiegato dal coordinatore degli azzurri a Roma Maurizio Gasparri, berlusconiani e leghisti sperano “in una decisione saggia per quanto attiene il premio di maggioranza”. “Se si chiama premio di maggioranza deve essere assegnato a tutta la coalizione, non a un solo partito”, conferma Gasparri al Foglio.
Il che vuol dire togliere poltrone a FdI per dividerle tra Carroccio e Forza Italia. Ridimensionare il peso dei meloniani e ottenere più assessorati. La Lega ne vorrebbe almeno due più la presidenza dell’Aula, ai forzisti non ne basta uno e ne chiedono due o tre. Ma gli alleati di Fratelli d’Italia stanno pensando di andare già oltre. Ed ecco il cavillo che aspira a trasformarsi nella mossa del cavallo. “La legge elettorale in Lazio è scritta malissimo, quindi crediamo che bisognerebbe assegnare gli assessorati in base alle percentuali ottenute dalle liste, non ai seggi conquistati”, il ragionamento di azzurri e leghisti, che si muovono in sinergia nelle trattative sulla Giunta.
Al netto delle decisioni della Corte d’Appello di Roma sulla composizione del Consiglio, secondo questa teoria, la bussola da seguire per affidare le deleghe di governo dovrebbero essere solo i voti conquistati. Dunque l’8,5 per cento della Lega e l’8,4 di Forza Italia. Ma FdI non ci sta e, al momento, non retrocede dallo schema di gioco prestabilito: sei o sette assessori ai meloniani, uno al Carroccio con la presidenza dell’Assemblea e agli azzurri rimarrebbero un assessorato e la vicepresidenza della regione.
E poi c’è il nodo Sanità. Rocca vorrebbe tenere per sé la superdelega. “La sanità vale due assessorati, quindi se la tiene il presidente non possono andare sei o sette posti a Fratelli d’Italia”, rilancia una fonte di Forza Italia che sta seguendo il dossier in queste ore. La Pisana è un suk e leghisti e forzisti alimentano lo stallo per strappare il più possibile. Per la Lega scalpitano i non eletti Pasquale Ciacciarelli e Tony Bruognolo, oltre all’eurodeputata Cinzia Bonfrisco, che potrebbe entrare in gioco in qualità di “quota rosa”.
Dalle parti di Fi si fanno i nomi dell’ex consigliere Giuseppe Simeone e del neo eletto Cosmo Mitrano, anche se è più utile una donna per arrivare al target di almeno quattro assessori al femminile. Per FdI è sicura una casella per l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli alle Attività Produttive, mentre “mister preferenze” Giancarlo Righini è in lizza per una delega pesante tra il Bilancio, il Pnrr e l’Agricoltura. Poi ci sono Massimiliano Maselli, Fabrizio Ghera e la trentaduenne consigliera regionale ex Lega Laura Corrotti.
Eppure il totonomi rischia di essere nient’altro che un esercizio sterile. Con Lega e Forza Italia che provano a inventarsene una più del diavolo per contenere lo strapotere di FdI. Dalle interpretazioni sulla ripartizione del premio di maggioranza alla ridefinizione del Cencelli della giunta in base alle percentuali delle liste e non ai seggi assegnati. A meno di ventiquattr’ore dalla proclamazione di Rocca l’accordo sulla giunta è ancora lontanissimo. “Al momento c’è molto stallo, vediamo nei prossimi giorni”, si limita a dire al Foglio il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, coordinatore della Lega in Lazio. Intanto gli azzeccagarbugli cavillano per un assessorato in più.
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