L'intervista

Durigon e il collaboratore che diventerà sottosegretario: "Freni è bravo, garantisco io"

Giovedì la nomina per il dicastero dell'Economia. Ma nel Carroccio c'è malumore. E potrebbe saltare tutto

Simone Canettieri

L'avvocato lavorava nello staff del deputato leghista in via XX Settembre. Ora dovrebbe essere promosso. Lega in subbuglio

Claudio Durigon assicura al Foglio che “Federico Freni è molto bravo: lo conosco da tempo e ha lavorato al mio fianco”.

E quindi garantisce lei per lui? “Sì, ma attenzione: Federico è entrato nella Lega prima di me. E comunque non ne so nulla”, continua ancora Durigon che non è più sottosegretario all’Economia, ma continua a saper far molto bene di conto. E’ veloce e furbo. Ti sorride, ti dà una pacca sulla  spalla, poi svicola. In questo caso ha capito che l’avvicendamento pilotato in via XX Settembre rischia di creargli nuovi problemi. Altre polemiche, titolacci sui giornali. Vuole farsi sostituire da un collaboratore, nominare un erede, gestire la cosa fra quattro mura. Peccato che non si tratti della proloco di Viterbo, ma di un posto di sottogoverno di un certo tipo: ministero dell’Economia di un paese del G7.   


Bisogna sempre ripetere la stessa premessa: Durigon è tanto amato da Matteo Salvini quanto, diciamo, poco tenuto nel cuore dal resto della Lega, quella del Nord. 
La vecchia guardia infatti  quando uscì la storia della reintitolazione del parco di Latina ad Arnaldo Mussolini non è che prese in mano volumi alternativi di storia per difendere l’uscita  dell’ex sindacalista dell’Ugl. No, anzi. Ci furono retroscena mai smentiti al cianuro, interviste per prendere le distanze (“La Lega è sempre stata antifascista”, Roberto Marcato, numero  due di Luca Zaia) e poi il  “gioco-partita-incontro” di Giancarlo Giorgetti. Dichiarazione con il contagiri, quelle che ti stendono: “Quando si hanno responsabilità di governo, bisogna stare molto attenti quando si parla”.

   
Durigon tutte queste dinamiche le ha bene in mente. Ma è un muro di gomma in pubblico. “Io non sono mai stato fascista – dice ancora – e questo lo sanno tutti. E non è vero che un pezzo di Lega ce l’abbia con me: sono le vostre speculazioni, le fate voi giornalisti per raccontare Salvini in difficoltà, niente di tutto ciò. Con Giancarlo i rapporti sono ottimi”. 
Durigon le chiama “strumentalizzazioni”, ma ripercorrendo la storia che gli è costata il posto al ministero dell’Economia si lascia sfuggire un eloquente: “Sono stato il capro espiatorio”. Di chi? E ride. Perché Durigon è fatto così. Abile a giocare in tutti i tavoli, uno che a Salvini dice sempre: “Matte’, ci penso io. Che te serve?”.


Adesso però non gli va di parlare di questa storia: “Ragazzi, abbiamo le amministrative. A Roma faremo un bel risultatino come Lega”. E Michetti? “Andrà al ballottaggio”. E poi non vincerà, lo sa anche lei, vero? “Poi si vedrà, un pezzo per volta”. La faccenda è molto più complessa: questa settimana, fra giovedì e venerdì, è attesa la fatidica sostituzione al ministero dell’Economia.  Prima dovranno parlarsi un attimo Matteo Salvini e Mario Draghi. Il nome di Freni, nella Lega, non lo conosce nessuno. Un deputato si avvicina con fare circospetto nel cortile di Montecitorio. Vuole vuotare il sacco: “Durigon perde il posto e prova a piazzare un suo collaboratore: passiamo dall’originale alla fotocopia. Questa roba non può reggere. Il gruppo a Montecitorio si spaccherà, vedrete”.   Può darsi, onorevole. Ma perché non vuole essere citato? “Basterà attendere la notte delle amministrative, poi inizierà una resa dei conti niente male. Poi sarò pronto a rivelarmi anche con un’intervista”. 

Freni è un avvocato di 41 anni con un ottimo curriculum: docente alla Luiss, oltre settanta pubblicazioni all’attivo, partecipazioni in studi legali importanti, consulente dell’Inpgi. Esperto di diritto amministrativo (cura il ricorso della Lega a Napoli). Viene da un famiglia che ha già lavorato nella macchina dello stato. Se ce la farà a subentrare al suo amico Durigon avrà scalzato gli altri pretendenti (Rixi e Bitonci: vecchia guardia del Carroccio). Un’altra fonte tiene a precisare che Freni entra nel giro della Lega laziale tramite Isabella Ciolfi. Come chi è? E’ la segretaria particolare di Durigon.
         

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.