Roma Capoccia

Ecco il Roma Technopole, grazie al Pnrr

Gianluca De Rosa

Ieri alla Sapienza Gualtieri, Rocca e Bernini per il battesimo del nuovo politecnico di Roma finanziato attraverso i fondi europei e ideato da università, centri di ricerca e imprese. La sede sorgerà a Pietralata, si punta a iniziare i corsi a settembre 2023

Per parlare di “collaborazione che continuerà” nonostante la diversità di colori politici tra Roma Capitale e Regione Lazio non poteva esserci occasione migliore. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il neo governatore del Lazio Francesco Rocca, eletto con il centrodestra, si sono incontrati per la prima volta ieri pomeriggio all’università La Sapienza. Si lanciava il progetto Roma Technopole, forse il miglior esempio di unità d’intenti tra amministrazioni, imprese e università che si sia visto a Roma negli ultimi anni. Al polo per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico che punterà tutto su transizione energetica, digitale biofarma e salute partecipano sette università pubbliche e private – Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Luiss, Tuscia, Cassino e Campus biomedico –, quattro istituti di ricerca – Cnr, Enea, Istituto nazionale di fisica nucleare e Istituto superiore di sanità – oltre a  Regione Lazio, Roma Capitale, Camera di Commercio e Unindustria Lazio, e diversi piccoli e grandi imprese. Dunque non stupisce che Rocca abbia subito detto: “Sul tecnopolo garantiremo continuità”. Un passaggio importante visto che dalla Regione dovranno arrivare i 200 milioni da aggiungere ai 110 ottenuti dal Pnrr.

Ieri al battesimo del nuovo politecnico di Roma, comunque, c’erano tutte le istituzioni che con finanziamenti annuali dovranno garantirne il funzionamento. Oltre a Gualtieri e Rocca dunque, ecco anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini: “Questo ecosistema che stiamo creando – ha detto – è concentrato su tre temi in cui l’industria laziale eccelle e consentirà di generare benessere e innovazione”. Gli obiettivi in numeri per i primi cinque anni del Tecnopolo sono stati chiariti ieri dalla rettrice della Sapienza Antonella Polimeni che è anche presidente della fondazione costituita lo scorso 8 giugno per gestire il progetto: raggiungere il 70 per cento dell’attività di ricerca in stretta collaborazione tra aziende e università, assumere 800 nuovi ricercatori, 500 nuovi dottorandi e 100 borsisti, raddoppiare il numero di laureti nei master delle tre aree chiave del tecnopolo, offrire 1.500 borse biennali per le politiche di inclusione.
I corsi di laurea dovrebbero partire a settembre 2023. La sede fisica del Tecnopolo sarà quasi certamente sui terreni della Sapienza in zona Pietralata, mentre per adesso corsi e laboratori si svolgeranno nelle sedi degli atenei che hanno aderito al progetto.