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Roma Capoccia

La doppia partita tra Verdi e M5s

Marianna Rizzini

A Bruxelles i grillini puntano a entrare nel partito dei Verdi europei. Una mossa letale per il verde Angelo Bonelli, che a Roma resta freddo nei confronti di Giuseppe Conte anche in vista delle prossime elezioni regionali

La strada verso le elezioni regionali non è una passeggiata per il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. Un Bonelli che, non a caso, va ripetendo come un mantra che non farà accordi con Giuseppe Conte, ma che sta lavorando alacremente “a un fronte largo contro la destra”. Il fronte largo sarebbe intanto quello con la Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, con cui è già alleato in partenza (solo che Fratoianni, al contrario di lui, non mostra al momento di avere riserve rispetto a un rapporto più stretto con Conte). E, vista l’insistenza di Bonelli nel mostrarsi freddo verso il leader M5s, qualcuno ha cominciato a domandarsi se per caso la contrarietà non riguardi anche altro (e altre partite). E infatti c’è altro.

La seconda partita è giocata lontana dai riflettori, in quel di Bruxelles, dove Conte sta puntando, e non da oggi (vedi interviste a El Pais e a Der Spiegel il mese scorso), a un ingresso del M5s nel partito dei Verdi europei, dove però l’idea di aprire le porte all’ex premier m5s non incontra, raccontano nei corridoi della Ue, favore unanime. Se infatti Philippe Lambert, capo dei Verdi a Strasburgo, si è mostrato possibilista, qualche perplessità è stata espressa da alcuni esponenti verdi che conoscono bene l’Italia, per esempio dall’eurodeputata Alexandra Geese (che già nel 2021 aveva apertamente detto, all’indirizzo del M5s, che il M5s medesimo “non aveva fatto nulla per l’ambiente”). Non solo: per ora i Verdi europei, più che al M5s, hanno sorriso agli esuli del M5s. E però Conte continua a coltivare il sogno, anche pensando alle elezioni Europee del 2024, anno in cui, secondo i suoi desiderata, il M5s potrebbe realizzare il sorpasso elettorale rispetto al Pd, previa corsa al voto con eventuale aggiunta del simbolo dei Verdi Europei. Cosa che per il verde Bonelli sarebbe a dir poco pericoloso, per non dire letale (meglio quindi differenziarsi anche a Roma, è il concetto). E mentre nella capitale si ragiona, dalle parti di Conte e Fratoianni, anche sui nomi del possibile candidato per le Regionali (Massimo Bray, per esempio), Bonelli cerca di marcare quantomeno il territorio della futuribile “condivisione programmatica per essere alternativi e vincenti”, anche se con tono sconsolato: “Purtroppo prendo atto che si sono riprodotte le logiche divisive che hanno portato alla vittoria della destra alle elezioni del 25 settembre”, ha detto qualche giorno fa. 

 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.