Foto di Marco Nardo, via Ansa 

Roma Capoccia

Stasera l'inaugurazione della Filarmonica romana all'Argentina

Mario Leone

Il programma è concepito su due temi che sono "suono" e "natura". Entrambi insieme danno vita a composizioni immersive sia per il pubblico sia per gli interpreti 

L’Accademia filarmonica romana è una testimonianza preziosa di quella che è stata la vita, non solo musicale, di Roma e dell’Italia. Il 4 dicembre 1821 un gruppo di musicisti dilettanti appartenenti alla borghesia dà vita a un’associazione il cui scopo è quello di stimolare l’esecuzione di musica da camera e opere liriche in forma di concerto, “sottratte alla caotica e censurata vita dei teatri romani”. Un’opera “salvifica” per molte partiture di autori come Rossini, Donizetti e Verdi. Proprio qui nel 1827 vi fu la prima esecuzione italiana dell’”Assedio di Corinto” di Rossini, e ancora del pesarese, il “Guglielmo Tell”, proposto nel 1835 dopo un pertinace divieto opposto dalle autorità.

 

L’idea che sin dalle origini accompagna questa realtà è valorizzare repertori poco esplorati sia della musica antica sia di quella contemporanea, lanciando giovani di grande talento inseriti puntualmente nelle stagioni concertistiche. Un sedicenne Daniel Barenboim siede al pianoforte per la prima volta alla Filarmonica. Giovanissimi si sono esibiti anche Martha Argerich o la violinista Gioconda De Vito. 

 

Il percorso artistico della Filarmonica da sempre si incrocia con le trasformazioni della società italiana dopo che Roma nel 1870 diviene capitale. L’Istituzione, che non aveva nascosto la sua simpatia per i Savoia, commemora per decenni la morte dei Re d’Italia con una solenne cerimonia e un concorso per la composizione di un Requiem. 
Questo sguardo sui mutamenti della realtà ha reso secolare la storia della Filarmonica, che in passato come oggi, è punto di riferimento nella vita della Capitale.

 

Con questi presupposti stasera si inaugura la stagione numero 201 al glorioso teatro Argentina. “Una stagione caratterizzata da grandi artisti internazionali – dice il violoncellista e direttore artistico Enrico Dindo – ma anche dai nostri musicisti italiani. Ovviamente non mancano i giovani che si affacciano sui grandi palcoscenici. In questo senso sono molto orgoglioso che la Filarmonica romana abbia tra i suoi obiettivi la diffusione e divulgazione della musica con diverse proposte come “Lezioni di musica” in collaborazione con Rai Radio 3.” Il cartellone 2022 – 2023 rispecchia l’anima della Filarmonica: undici concerti, tanta musica da camera, solisti come il pianista Benedetto Lupo; l’integrale dei Quartetti di Shostakovic e “Tutta la notte i cani hanno abbaiato” prima esecuzione assoluta di un lavoro su testo di Sandro Cappelletto e musica di Federica Volante.

 

Il primo appuntamento vede protagonista l’”Alban Berg Ensemble Wien” formazione fondata nel 2016 e attualmente tra le più prestigiose nel mondo. Tra i fondatori c’è Silvia Careddu, sarda d’origine e prima donna a far parte dei Wiener Philharmoniker. “È stato un momento bellissimo della mia carriera – dice la Careddu – ho suonato il grande repertorio sinfonico diretta da mostri sacri come come Riccardo Muti, Daniel Barenboim, Zubin Metha, solo per citarne alcuni. Dal punto di vista umano non è stato un periodo semplice: una donna, straniera in un’orchestra un po’ chiusa. Le difficoltà e le delusioni non sono mancate: purtroppo l’eccellenza artistica non cammina di pari passo con quella umana”.

 

Il programma è concepito su due temi: suono e natura. “Vox Balaenae” dell’americano Crumb, è un brano che ricrea l’ambiente profondo, quasi irreale del mare. Un’esperienza immersiva per pubblico e interpreti. I musicisti in scena sono mascherati affinché tutta l’attenzione si concentri sul suono. L’impaginato propone “Petite Suite” e “Prélude à l’après-midi d’un faune” di Claude Debussy nelle trascrizioni per flauto, clarinetto, pianoforte. La serata si conclude con Kammersymphonie op. 9 di Schoenberg, arrangiata da Anton Webern per quintetto. “Un pezzo non semplice da ascoltare – dice Careddu – ma di una bellezza incredibile, dove nostalgia e desiderio di sperimentare si sposano alla perfezione”.

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