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Nomine e spartizioni, il Pd si riprende Roma

Gianluca De Rosa

Non solo le partecipate, ce n’è per tutte le correnti. La sinistra lottizza la cultura: Farinelli verso la Festa del Cinema

La prossima potrebbe essere la settimana giusta per i nuovi vertici di Atac. Dall’assessorato alla Mobilità è arrivato un invito al gabinetto del sindaco a fare presto. E dopo vari tentantivi sembra essere stata trovata la strada giusta per superare l’ostacolo Franco Giampaoletti: il direttore generale della municipalizzata, nominato un anno prima della fine della consiliatura Raggi, e non in scadenza. Il nuovo dg dovrebbe arrivare da Milano. Si tratta del direttore Operations di Atm Alberto Zorzan. Nel cda, nell’ottica de gender balance, ci sarà anche una donna. Sempre dal lato della mobilità dovrebbe essere ufficializzata a giorni un’altra nomina. Quella per la guida di Roma servizi per la mobilità, l’agenzia di pianificazione, supervisione e controllo della mobilità capitolina. Attualmente alla tolda di comando è ancora seduto il manager di nomina grillina Stefano Brinchi. A breve arriverà a sostituirlo Anna Donati, già assessora alla Mobilità a Napoli e Bologna e con un passato al Senato in quota Unione.


La partita dei trasporti è ovviamente importantissima, ma le beghe di potere per il sindaco Roberto Gualtieri non vengono da qui. A creare non pochi grattacapi al primo cittadino sono le nomine che riguardano la cultura. La partita più delicata è quella del festival del  Cinema. La consulenza dell’attuale direttore artistico Antonio Monda è scaduta. Sul suo nome, come raccontato da questo giornale, si è consumato lo scontro tra Goffredo Bettini, che non vorrebbe la sua riconferma, e Gualtieri che ha rivendicato l’autonomia delle sue scelte. La pubblicazione dei retroscena ha portato alle dimissioni di  Bettini dal Cda del festival. Ora però bisogna capire  cosa accadrà. Un’ipotesi è che l’attuale direttore artistico venga confermato. L’altra strada conduce a nomi diversi. Alcuni giorni fa si era parlato di Paola Malanga, vicepresidente di RaiCinema, manager d’esperienza, ma soprattutto, Gualtieri ci tiene, una donna. Ma adesso si parla molto di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca nazionale di Bologna. 


Sulla cultura non si è perso tempo. A Zètema, la municipalizzata che si occupa di organizzazione di mostre ed eventi guidata per 18 anni da Albino Ruberti, oggi capo di gabinetto di Gualtieri (e già, dopo l’uscita da Zetema, con lo stesso ruolo nella Regione di Zingaretti), il cambio di guida è imminente. A prendere il posto del manager nominato di Remo Tagliacozzo, è stato chiamato Simone Silvi, presidente di Treccani Accademia, già capo segreteria del ministro alla Cultura del governo Letta Massimiliano Bray.


Non è stato rinnovato invece il cda del PalaExpo, l’azienda capitolina che gestisce palazzo dell’Esposizione e Macro, azzerato con il cambio di amministrazione perché l’intenzione è fondere la società proprio con Zètema.


Al teatro di Roma, invece, nelle scorse settimane dopo le dimissioni dei consiglieri è stato nominato come commissario l’avvocato Gianluca Sole. Toccherà a lui guidare la trasformazione dell’ente da semplice associazione al più adatto stuatus giuridico di fondazione. A curare la parte artistica resta Giorgio Barberio Corsetti, mentre la direzione artistica del teatro India è rimasta scoperta dopo la nomina di Francesca Corona alla direzione del prestigioso festival d’Automne di Parigi.

 

Un altro difficile gioco d’incastri ed equilibri di potere riguarda Roma Eur Spa, l’azienda per il 90 per cento di proprietà del Ministero dell’Economia e per la resta quota di Roma Capitale, che gestisce il patrimonio immobiliare del quartiere. La prima assemblea dei soci per il rinnovo dei vertici si è svolta il 17 giugno. Da allora ne sono state rinviate 19, l’ultima proprio ieri. Un pezzo di Pd vorrebbe la conferma dell’attuale ad Antonio Rosati, fedelissimo di Nicola Zingaretti di cui fu assessore in Provincia,  nominato alla guida dell’ente proprio quando l’attuale sindaco guidava il ministero di via XX settembre. Al Mef però oggi vorrebbero una soluzione diversa: relegando Rosati al ruolo di presidente. Sul punto non è ancora stata trovata una quadra.

 

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