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Il Popolo che manca: perché non si sentirà parlare in giro di Sinodo

Matteo Matzuzzi

Di Sinodo per l’Italia si parla su giornali e in simposi. Il problema? Mancano i cristiani

All’Ergife di Roma i vescovi italiani riuniti in assemblea generale hanno discusso del Sinodo per l’Italia (pardon, del “cammino sinodale”). Costretti dal Papa a interrogarsi sul problema e ad avviare il processo (avrebbero, nella stragrande maggioranza, preferito occuparsi d’altro), hanno ascoltato relazioni e proposte, tra applausi e convinti sorrisi.

Al Popolo di Dio, però, del cammino sinodale non è giunto nulla. Non se ne parla, il tema non attira l’attenzione, al di là di quei gruppetti laici che sovente reggono le parrocchie. Troppo poco per gli obiettivi più o meno dichiarati, che sono quelli di ridare freschezza a un annuncio un po’ troppo spento. Il problema, forse, è che manca la materia prima: quel popolo oggi è ridotto, anche in Italia, a minoranza. Sì, certo, tutti o quasi si dichiarano cattolici, ma tra questi la maggioranza è cattolica nel senso di andare a messa il giorno di Natale (anzi, a mezzanotte perché è tradizione).

“Aggiornare” e “rinfrescare” sono verbi bellissimi, soprattutto se si tratta di rilanciare la missione della Chiesa. Ma se le chiese sono frequentate perlopiù da over settantenni (al di là di pregevoli eccezioni) ogni discorso su sinodi e rilanci rischia di restare limitato ai giornali e alle assemblee episcopali

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.