Monnezza blues

Come evitare che l'incubo rifiuti (modello Raggi) avveleni Gualtieri

Marianna Rizzini

Prosegue il piano di pulizia straordinaria. Con due obiettivi: rassicurare la cittadinanza sul nuovo corso ed evitare di ricalcare la gestione dei rifiuti del passato. Intanto il sindaco si consola con l'incontro con gli altri primi cittadini progressisti

Il Comune riapre le aree di stoccaggio a Saxa Rubra e Ponte Malnome nell’ambito del piano di pulizia straordinaria, ma non passa giorno in cui il tema monnezza non incalzi il neosindaco Roberto Gualtieri, concentrato su un cronoprogramma da sessanta giorni. Cronoprogramma che viene seguito passo passo, dunque, con tavoli Comune-sindacati e ricerca dei suddetti sbocchi per evitare che i cumuli di spazzatura funestino i giorni pre-natalizi.

 

Ma l’incubo, per il sindaco, non deriva soltanto dal dover arginare l’epidemia di sacchetti di plastica: il punto è anche cercare di non assomigliare in nessun modo, nella gestione dei rifiuti, alla ex sindaca Virginia Raggi, non risolutiva e nota anche per dare spesso, sulla monnezza, la colpa ad altri – prima di tutto alla Regione Lazio, accusata da Raggi di non smaltire a dovere, con conseguente contro-accusa da parte del governatore Nicola Zingaretti. Tanto che si era arrivati, nel marzo scorso, al punto che Raggi trattava l’argomento come non fosse affar suo: “I rifiuti a Roma? Sono infuriata”. Peccato che l’ex sindaco fosse stata eletta anche in nome del ritornello “rifiuti zero”, e peccato che abbia cambiato, durante i cinque anni di mandato, ben tre assessori. Si è passati infatti da Paola Muraro (che ex post parlò di “gruppi di potere” capaci di influenzare la sindaca, a Pinuccia Montanari, dimessasi in polemica contro la mancata approvazione del bilancio di Ama, a Katia Ziantoni).

 

E ora Gualtieri, con l’assessore ed ex presidente del primo Municipio Sabrina Alfonsi, gira per i quartieri cercando di rassicurare la cittadinanza: non siamo come i nostri predecessori, è il messaggio, veicolato anche attraverso spiegazioni su modalità e tempistiche e immagini degli “squaletti” (mezzi leggeri con vasca ribaltabile) per l’opera di svuotamento cassonetti. E insomma il sindaco butta il cuore oltre l’ostacolo, pur avendo alle spalle (e sulle spalle, suo malgrado) i cinque anni di gestione-rifiuti firmata Raggi (visti i risultati, nessun neo-sindaco vorrebbe essere considerato un prosecutore delle precedenti politiche). Intanto si consola, Gualtieri, con l’incontro tra sindaci progressisti e riformisti, salutati al grido di “Tutti per uno, uno per tutti”. “Non dobbiamo fare il partito dei sindaci”, ha detto, “ma far sì che il Pd sia il partito che mette i sindaci al centro di una ambiziosa strategia di trasformazione del paese intorno all’equità, alla giustizia, alla transizione ecologica ed energetica, senza le quali non c’è ripresa”. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.