ANSA/CLAUDIO PERI  

Roma Capoccia

E ora Michetti che cosa farà?

Gianluca De Rosa

Lo sconfitto riflette sulla rinuncia al seggio in Consiglio comunale. FdI lo spinge

Per mesi la domanda è stata “Chi?”, da lunedì è diventata “Che ne sarà?”. Quale destino attende Enrico Michetti, l’avvocato “Meravijoso” del centrodestra sconfitto da Roberto Gualtieri al ballottaggio della Capitale? Prenderà sulle sue spalle l’opposizione in Assemblea capitolina, o preferirà tornare al mestiere di avvocato, di direttore della Gazzetta amministrativa, di opinionista nella sua Radio Radio? Lui per adesso nicchia. Contattato dal Foglio è davvero laconico, preferisce non rispondere. “Sono in silenzio stampa, arrivederci”. Chi gli è vicino però racconta che ci sta pensando. La vicenda lo preoccupa. Il timore è che il suo lavoro da consulente giuridico per gli enti locali, comuni compresi, possa essere incompatibile con il ruolo di consigliere. In verità però non risultano rapporti tra Michetti e Roma Capitale. Chissà.

 

Anche nel centrodestra comunque il suo futuro è tema di dibattito. Per qualcuno l’abbandono dell’Aula sarebbe l’ennesima figuraccia di una candidatura che ne ha già inanellate a sufficienza. “Non si è mai visto che un candidato sindaco arrivato fino al ballottaggio, poi una volta sconfitto, rinunci a sedere in consiglio”, ragionano in molti. Per altri però, in particolare dentro Fratelli d’Italia, potrebbe anche essere una buona idea. Questione di poltrone. Le complesse regole del metodo D’Hondt che stabiliscono gli eletti in Assemblea capitolina hanno penalizzato il partito di Giorgia Meloni. Il candidato sindaco sconfitto, conti alla mano, “ruberebbe” il sesto scranno ottenuto da Fd’I. Mentre in caso di rinuncia di Michetti al suo posto entrerebbe un sesto consigliere della lista del partito di Meloni, il fedelissimo Federico Rocca, che con ben 4.949 preferenze raccolte, è rimasto comunque fuori dall’Assemblea capitolina.

Michetti attende, ma la sensazione è che cedere il posto non gli dispiacerebbe poi così tanto. Ma bisogna evitare nuovi problemi. Serve andare con i piedi di piombo. Per questo sarebbe già spuntata una possibile terza soluzione per accontentare tutti quanti: far insediare Michetti come consigliere, poi, dopo qualche mese, quando l’attenzione mediatica sarà scemata, farlo dimettere. Per adesso comunque la domanda rimane inevasa. Michetti, che ne sarà?

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