Roma Capoccia

Volano stracci tra Pd e M5s sull'affaire Sileri, guai per Gualtieri

Gianluca De Rosa

I due partiti si prendono a ceffoni, ma sanno che al ballottaggio dovranno unirsi. Il piano di Roberta Lombardi

Bandi sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione, inviti alla vaccinazione, informazioni sulle nuove convenzioni per i giovani. Sulle pagine social di Roberta Lombardi e Valentina Corrado, importanti esponenti grilline a Roma e nel Lazio, ma anche assessore (alla Transizione ecologica una e al Turismo l’altra) nella giunta giallorossa di Nicola Zingaretti, c’è ogni genere di contenuto di promozione istituzionale della Regione. Spulciando le loro bacheche da cima a fondo, invece, non si trova nemmeno un post, una foto, un’infografica che riguardi la campagna elettorale nella Capitale. Eppure il M5s un candidato lo ha, e per di più è il sindaco uscente. Ma Virginia Raggi non appare sui social delle due grilline, né il suo nome viene pronunciato nelle loro dichiarazioni. E così, mentre persino il ministro degli Esteri Luigi Di Maio se ne va a Ostia per aprire con la sindaca la campagna elettorale, le due sembra quasi che si siano dimenticate che a Roma, tra un meno di un mese, si vota. Tra i grillini romani in tanti lo considerano un tradimento, ma quasi nessuno è davvero stupito. “Dalla Lombardi non ci aspettavamo niente”, spiega un esponente molto vicino alla sindaca. D’altronde, le due assessore con il Pd – avversario con Roberto Gualtieri, nella lotta elettorale per il Campidoglio – ci governano. E sono ben felici di farlo, si direbbe, dal giubilo con cui condividono nuove app e iniziative.

 

In fondo, non è una novità. Lombardi in passato ha più volte auspicato il passo di lato di Virginia Raggi per permettere anche sul Campidoglio lo stesso governo regionale: un accordo per una giunta giallorossa, addirittura con un candidato comune. Se fosse stato Zingaretti, Lombardi sognava di diventare la rappresentante dell’alleanza per le nuove elezioni in Regione. Le cose sono andate diversamente. Ma a sentire chi ci parla spesso, pare che la grillina di governo (laziale) non sia affatto arresa. Anzi. E’ convinta –  dicono – che una giunta giallorossa anche in Campidoglio sia ancora possibile. Seppur con tempi diversi, le cose potrebbero andare in quella direzione. Serve solo tempo. Se Virginia Raggi rimanesse fuori dal ballottaggio, i 5 stelle non dovranno far mancare il loro appoggio ai dem. In cambio, il Pd dovrebbe offrire dei posti in giunta. 

Il ballottaggio, soprattutto e clamorosamente a Roma, potrebbe diventare il primo momento di una vera alleanza elettorale giallorossa, da replicare poi quando si tornerà al voto per le camere. Nonostante tutto questo, però, tra grillini e dem in Lazio i rapporti continuano a essere complicati. Da qualche giorno siamo di nuovo alle torte in faccia. L’ultima vicenda riguarda il sottosegretario alla Salute grillino Pierpaolo Sileri. Ed è una storia solo apparentemente minore. A mettere nei pasticci Sileri, infatti, è stato direttamente l’assessore alla Sanità del Pd Alessio D’Amato, uomo fidatissimo di Nicola Zingaretti. Come raccontato mercoledì da Repubblica, alcuni mesi fa i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia presentarono una serie d’interpellanze all’assessore su un’intricata questione che ha come protagonista proprio il sottosegretario grillino. La colpa di Sileri sarebbe stata quella di aver continuato per oltre un anno a esercitare la professione di medico in forma privata presso una clinica convenzionata con la Regione. Questo nonostante fosse in aspettativa dal suo lavoro pubblico al policlinico di Tor Vergata, una prassi vietata dalle regole. Il potente assessore del Pd non ha preso tempo e il 10 giugno scorso ha chiesto agli uffici di verificare la situazione. E così, dopo una lunga istruttoria, qualche giorno fa la direzione Salute della Regione Lazio ha firmato un atto spiegando che Sileri verrà segnalato all’Ordine dei medici, mentre alla casa di cura dove ha svolto le prestazione verrà richiesto il rimborso degli importi percepiti senza averne diritto. Un bel problema. Anche perché Fratelli d’Italia, forte degli atti regionali, ha presentato un’interrogazione parlamentare firmata da Giorgia Meloni in cui si chiede di “valutare la permanenza al governo” del sottosegretario grillino. Fuoco amico?