Non sempre pedonalizzare è cosa buona, a Monti la pensano (quasi) tutti così

Alessandro Luna

Molti commercianti e residenti hanno la stessa paura: quella che il rione venga trasformato in un quartiere da movida, come è accaduto per san Lorenzo o Trastevere

Roma. Adesso bisogna pensare ai soldi e a che uso farne. Dopo la sentenza del Consiglio di stato, che ha bloccato il progetto di pedonalizzazione di via Urbana e di via Madonna di Monti, il Campidoglio si ritrova in mano quei 700mila euro che aveva stanziato per i lavori e che ora dovranno venire reimpiegati in un progetto di riqualificazione del rione che affaccia sul Colosseo. Il comitato di residenti e commercianti che ha vinto il ricorso contro l’amministrazione capitolina ha già in mente su quali punti oscuri del quartiere far convergere quei fondi. La presidente Lisa Roscioni fa due nomi: “Villa Aldobrandini e l’Angelo Mai. La prima è una villa che affaccia su via Nazionale e che è abbandonata da anni, pur godendo di una posizione straordinaria, di strutture interne che potrebbero essere riutilizzate per la collettività e su cui ora regna il degrado. L’Angelo Mai è un palazzo storico nel centro del rione, occupato da anni ma dal valore artistico e architettonico immenso. Queste due strutture andrebbero recuperate, ed ora che ci sono i fondi forse è il momento di farlo. Se il Campidoglio vorrà coinvolgerci saremo pronti ad aiutare”.

 

Difficile però che l’amministrazione tenda la mano ai comitati di Monti, visto che entrambi escono da una diatriba lunga, faticosa e tinta di nervosismo che per quattro anni li ha visti duramente contrapposti. Il progetto del presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefàno, prevedeva la pedonalizzazione di via Urbana e di Via Leonina, oltre alla creazione di un’isola pedonale su via dei Serpenti che sostituisse quegli ingombranti parcheggi a spina che i residenti stessi riconoscono come “un problema”. E per cui infatti propongono “un’esportazione del modello di via Urbana, che era prima un vicolo stretto tra due file di parcheggi in cui non si riusciva a camminare. Abbiamo ottenuto che si conservassero i parcheggi sulla destra, lasciando a sinistra invece uno spazio per camminare che è separato dalla carreggiata con dei paletti di ferro. Oggi questa strada funziona, è pulita e in ordine. Noi avremmo proposto all’amministrazione una soluzione simile per quanto riguarda via dei Serpenti, ma ci è stato negato qualsiasi colloquio e affidandoci all’avvocato Luca Palatucci abbiamo quindi dovuto impugnare il provvedimento. Avremmo volentieri lavorato per liberare dalle doppie file e dai parcheggi una delle strade più importanti di Monti, ma per noi era inaccettabile la pedonalizzazione delle due altre vie, che oggi come oggi non presentano problemi e la cui chiusura avrebbe causato un ulteriore congestionamento delle altre vie del rione”.

 

Per come è stata presentata da Stefàno, la resistenza dei residenti contrari all’operazione urbanistica sarebbe stata a danno dei commercianti, che invece avrebbero beneficiato dei flussi di persone che ogni area pedonale inevitabilmente attrae. Ed è d’altra parte vero che a Roma quasi ogni pedonalizzazione vede scontrarsi residenti con commercianti. Tuttavia a Monti la divisione non è stata netta come in altre occasioni. Da quello che ci racconta il proprietario di un negozio di arredamento su via Urbana, c’è chi tra i residenti era favorevole all’operazione, ma si tratterebbe per lo più di proprietari che mettono i loro appartamenti a disposizione ad affittuari occasionali su piattaforme come Airbnb, mentre più di qualche commerciante ha combattuto la pedonalizzazione, tanto che a sostenerla non erano rimasti che i proprietari di esercizi commerciali come bar, ristoranti e negozi di abbigliamento.

 

I restanti condividono con i residenti la stessa paura: quella che anche il rione Monti venga trasformato in un quartiere da movida, come è accaduto per san Lorenzo o Trastevere. In quelle zone hanno ormai chiuso quasi tutte le botteghe storiche, sostituite da esercizi funzionali alla movida, da mini market o negozi turistici di souvenirs. Una “turistificazione” che è stata causa delle pedonalizzazioni già in quartieri come san Lorenzo o il più recente Pigneto. L’opera di liberazione dal traffico ha portato in entrambi i posti la movida e il conseguente degrado, cambiando il tessuto sociale e commerciale di quelle strade e di quei quartieri. E la “lotta” è per lo più stata incentrata su questo problema, più che per la perdita di qualche posto auto. Tanto che Lisa Roscioni ci spiega che “l’amministrazione ha concentrato la comunicazione su via dei Serpenti cercando di far passare il messaggio che noi residenti abbiamo bocciato una bellissima iniziativa ambientalista su cui in parte invece ci saremmo anche potuti trovare d’accordo. Ma il vero problema erano via Urbana e via Madonna dei Monti, la cui pedonalizzazione avrebbe trasformato il quartiere in maniera drastica. Se ci avessero ascoltato avremmo potuto lavorare a un progetto più equilibrato su via dei Serpenti”. Ma ora bisogna pensare a in che altro modo migliorare uno dei rioni più belli di Roma, sperando che i soldi ormai stanziati vengano impiegati e che non vadano persi, o che non ce ne si dimentichi.

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