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Il Colosseo non basta

Giuseppe Fantasia

Deserte le mostre romane, perché purtroppo Milano è più fica col salone del mobile. Scenetta col premier Conte

Non basta, ma contro le brutture razziste di Torre Maura e Torre Bruciata può salvarci solo la bellezza o, quantomeno, farci sognare. Louis Garrel e Laetitia Casta, coppia nella vita e ora anche al cinema ne “L’uomo fedele”, diretto da lui, arrivano in città come due viaggiatori qualsiasi che la conoscono bene. Look casual e mai esagerato, sono i più fotografati alla serata di gala organizzata a Palazzo Farnese per la nona edizione del Festival Rendez-vous, tra tartine di foie gras, polenta con formaggio e l’immancabile champagne che finisce sempre prima di un ipotetico bis. “Nell’amore non si impara mai nulla”, ci dicono durante un lunch al St.Regis dove, se tutto funziona perfettamente, dal bar Lumen alle installazioni curate da Federico Pepe, fondatore di Le Dictateur, lo si deve al direttore Giuseppe De Martino, un uomo con un’eleganza d’altri tempi ma con lo sguardo al futuro. Riflette sulla relazione tra architettura e opera d’arte l’artista cinese Zhang Enli, autore del progetto “Bird Cage, a temporary shelter”, inaugurato qualche giorno fa all’Uccelliera della Galleria Borghese con la direttrice Anna Coliva, un tris di ambasciatori (americano, cinese e francese), ma nessuno dai Beni Culturali. Erano tutti o quasi al 58esimo Salone del Mobile di Milano, compreso il premier Conte che a uno stand si avvicina troppo a una lampada e un’addetta, non riconoscendolo, gli grida, chissà perché in inglese, “don’t touch!”. Tocca e si tocca in maniera sensuale, alla Scala, l’étoile Alessandra Ferri alla prima di “Woolf Works” del coreografo/regista Wayne McGregor, un’evocazione speciale di Virginia Woolf. Applausi finali per sedici minuti. Dietro le quinte, Virginia Raffaele, arrivata appositamente da Roma con Sonia Bergamasco, fa un altro show (fotografico) con Roberto Bolle, ma è la Ferri a zittire tutti dicendo che “la vita è bella fino alla fine e che l’età conta per come la si vive”. Chapeau.

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