Uno spazio franco

Guido Ceronetti

Pensare il pensabile è il migliore degli accanimenti terapeutici. Preservare, contro il Non-Pensiero. Uno spazio fatto di citazioni, di pensieri sciolti, di aforismi, di frammenti estrapolati da ogni scritto antico e moderno, dalle scritture sacre al graffito murale, dai filosofi presocratici alla pubblicità di un oggetto idiota (per esempio, l’oratoria politica), alla corruzione linguistica.

    Ritorno – su questo “Foglio” che non mi è una testata mai finora arata – ad uno spazio franco che con altri titoli per parecchi anni conobbe il favore di moltissimi lettori su quotidiani come “La Stampa” e il “Corriere della Sera”: fatto di citazioni, di pensieri sciolti, di aforismi, di frammenti estrapolati da ogni scritto antico e moderno, dalle scritture sacre al graffito murale, dai filosofi presocratici alla pubblicità di un oggetto idiota (per esempio, l’oratoria politica), alla corruzione linguistica.

     

    Sempre imponendomi di servire al bisogno di chiunque ami il pensare, a chiunque, ad ogni età, a ciò che è stato pensato in passati lontani  o vicini si rivolge per sopportare la vita. L’amore della verità più nuda che si può mi ha costantemente, dalle farneticazioni degli ottimisti, tenuto lontano. Ma l’ottimismo, Ente dei più immorali, ci punisce con frustate micidiali di solitudine, si vendica con gli abbandoni, l’aumento di pena di vivere, ci sfinisce di depressioni e disperazioni… Di fatto, resti per sempre legato al remo, da cui non ti solleva che il pensare il pensabile, il migliore degli accanimenti terapeutici.

     

    Ai lettori del “Foglio” e di questi miei “Preservativi” offerti per preservarli dalle cadute nel Non-Pensiero, un fraterno saluto allo sbarco, e a lungo un sorriso smateriato del gatto di Alice.

    Il filosofo ignoto

     

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    “Il fumo uccide”. Sarà. Il Tempo uccide molto di più. Questo bel pacchetto ci viene venduto dalla nascita, senza avvertimenti dello Stato sulla sua tossicità.

     

    Tutte le forchette sanguinano. Tutti i cucchiai tagliano. Nessun coltello è pulito.

     

    Dimenticare origini ed eventi della Grande Guerra 14-18 è come dimenticarsi di aver avuto una madre.

     

    La Farmacia è un furto.

    Il filosofo ignoto

     

                                                                                        *     *     *

     

    Tacito trova che noi germani siamo bravi a morire. E i Vichinghi non oscurarono certo tale fama. La nostra ancora giovane coscienza ci permette di vedere distintamente qual è in fin dei conti lo scopo della morte; perciò non moriamo per esser morti, non moriamo per diventare una cosa morta, noi moriamo per passare alla vita, moriamo per vivere, ci sentiamo parte di un progetto. E ancora Tacito ci loda perché non teniamo in gran conto le tombe. Ci tiriamo addosso un po’ di torba per la puzza, ed è tutto. Ci elogia inoltre perché non vogliamo grandi monumenti sulle tombe. Li sdegnamo, lui dice. Non ha fatto i conti con la nostra recente piccola timida decadenza.

    Knut Hamsun, “Per i sentieri dove cresce l’erba” (Fazi editore, 1995)