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Credere più nei megaliti che nei presepi. Come si è ridotto il clero bolognese
Davanti San Petronio sono stati messi dei megaliti che hanno soddisfatto il prete della basilica perché porteranno in piazza più gente e dunque più gente entrerà in chiesa, ma a Natale le persone non dovrebbero entrare in chiesa perché attratte da Gesù Bambino?
San Petronio, li chiamano megaliti ma a me sembrano coproliti, gli enormi oggetti depositati davanti alla tua basilica in questi giorni. Più che opere d’arte sembrano opera di colossali elefanti, o dinosauri diarroici. Si potrebbero inserire nel ricco filone escrementizio dell’arte contemporanea: il pisciatoio di Duchamp, la merda d’artista di Manzoni, “Piss Christ” di Serrano, la cloaca di Delvoye, il cesso d’oro di Cattelan... Il fatto che siano colorati e che non puzzino mi rassicura fino a un certo punto. E comunque hanno la volgarità della dimensione, come già in passato certe opere di Christo, l’artista bulgaro, e di Pistoletto, l’artista biellese, che si facevano notare solo per lunghezza e altezza. Fossero state piccole nessuno se le sarebbe filate e dunque non contava l’idea, soltanto la quantità di materiale. Conta soltanto la quantità anche per il primicerio, il prete della basilica, tutto soddisfatto perché i megaliti/coproliti porteranno in piazza più gente e dunque più gente entrerà in chiesa: ma a Natale le persone non dovrebbero entrare in chiesa perché attratte da Gesù Bambino? Come si è ridotto il clero bolognese, crede nelle installazioni più che nei presepi... San Petronio, quanto mi manca il cardinale Biffi, lui avrebbe avuto le parole giuste per questa Bologna stolta e imbrattata.