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La sinistra non deve diventare comunista, ma petrarchesca

Camillo Langone

Nel suo libro, Leonardo Caffo esorta la sinistra a ritornare rivoluzionaria. Ma scrive anche che se la stessa sinistra deve fare in modo che la scuola non sia "un hub di alfabetizzazione digitale al servizio del mercato, ma un luogo di resistenza umanistica”

Per un conservatore come me la destra attuale è di sinistra e la sinistra attuale è di estrema sinistra. Dunque la sinistra ipotizzata da Leonardo Caffo in “Sinistra cattiva” (Transeuropa) è di sinistra estremissima, estremerrima (fatico perfino a trovare l’aggettivo giusto per tanto spavento). In questi “frammenti sparsi di un filosofo di sinistra vessato dal sistema che ha cercato di cambiare”, tra citazioni di Foucault, ahi, Toni Negri, ahi ahi, Unabomber, ahi ahi ahi, si accusa la Sinistra di essersi imborghesita, di essersi autoinibita col galateo del politicamente corretto: “La Sinistra ha deciso di fare dell’inclusività linguistica il suo principale campo di battaglia, lasciando all’avversario lo spazio politico della vita materiale”. E la si esorta a tornare rivoluzionaria, a concentrarsi sulla “giustizia economica radicale”, a “rendere la disuguaglianza economica il crimine politico imperdonabile”. Insomma a ridiventare schiettamente comunista. Siccome qualcosa di buono ce lo voglio trovare perfino in Caffo, ecco un frammento che non mi dispiace, un pensiero da marxista tradizionalista tipo Pasolini e pertanto superconservatore: “La scuola non deve essere un hub di alfabetizzazione digitale al servizio del mercato, ma un luogo di resistenza umanistica”. Bene, bravo: che la sinistra diventi petrarchesca.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).