
LaPresse
Preghiera
Le stecche della camicia sono importanti, anche per la letteratura
Collo dritto e collo moscio sono dichiarazioni di poetica nettamente distinte. L'ho capito dopo aver visto Bajani scollato allo Strega e poi con le camicie coreane. Il colletto con le punte sarà forse colpevole di eccessivo virilismo?
Ritorno alle stecche. Una volta prima di lavare per la prima volta una camicia estraevo le stecche (o bacchette) che tengono le punte del collo in tensione, le mettevo in un cassetto e le dimenticavo lì. Mi sembravano inutili anzi dannose, non volevo che la camicia avesse un’aria rigida. Sbagliavo. Ora ho capito che le stecche sono importanti perfino per la letteratura, che collo dritto e collo moscio sono diverse dichiarazioni di poetica.
Mi è chiaro da quando ho visto Bajani scollato allo Strega, e dopo lo Strega con camicie alla coreana ovvero senza collo: evidentemente l’autore di un fortunato lamento antipatriarcale considera il collo vero, il colletto con le punte (figuriamoci se tese) colpevole di virilismo. Pure un vincitore precedente, Mario Desiati, altro antivirile, indossa la camiciola coreana. Ugualmente munito di coreana (oltre che di chignon) è il bestsellerista per signora Gianluca Gotto. L’unico scrittore odierno capace di indossare collettoni duri mi sembra Aurelio Picca e la sua scrittura maschia è una conferma. Io adesso sto frugando nei cassetti alla ricerca delle stecche perdute: non voglio più scrivere, voglio ruggire.



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