(foto Ansa)

Preghiera

La "Venere degli stracci" è la più brutta scultura di artista italiano vivente

Camillo Langone

Ha ottenuto il primato da "Maestà sofferente" di Gaetano Pesce. E ora vogliono anche piazzarla in una chiesa, inconsapevoli della differenza tra Maria (orazione) e Venere (erezione)

Passato il trigesimo finalmente si può dire: fino al 4 aprile la più brutta scultura di artista italiano vivente era “Maestà sofferente” di Gaetano Pesce. Dal 5 aprile è ovviamente la “Venere degli stracci” inflitta a Napoli da Michelangelo Pistoletto. Due sculture non grandi ma grosse, ovvero grossolane. Pesce capovolgeva Scruton: secondo il filosofo inglese la vera opera d’arte “riesce a rendere bello il brutto”, mentre il designer ligure, pace all’anima sua, è riuscito a rendere brutto il bello (la donna). Pistoletto capovolge Kant, secondo cui la bellezza ci conduce alla presenza del sacro: l’artista biellese ci conduce alla presenza della spazzatura. Adesso il suo statuone-installazione vogliono perfino piazzarlo in una chiesa, complici i preti che evidentemente non sanno più distinguere Maria (orazione) da Venere (erezione), sacro da profano, cristianesimo da paganesimo. Nemmeno il bello dal brutto sanno più distinguere, risultando questa Venere delle mappine, a chiunque non sia cieco, o apostata, leggiadra come una discarica.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).