L'opera "Auguste Rodin: Les Cathedrales de France", di Anselm Kiefer. Musée Rodin, Parigi (foto Ansa)

Preghiera

L'arte di piombo di Kiefer contro l'armonia rinascimentale

Camillo Langone

La mostra a Firenze del pittore tedesco nulla ha a che vedere con il Bel Paese della leggerezza e della misura. E poi, è pure antipasquale

C’erano una volta l’Italia della leggerezza e della misura, il Bel Paese in cui Baldassarre Castiglione inventò la sprezzatura, i quadri soavi di Sassetta, Angelico, Piero, Botticelli, Raffaello, Tiepolo, Casorati, Morandi, Donghi… Adesso c’è la mostra di Anselm Kiefer a Firenze: arte di piombo. Un quadro pesa duecento chili, se cade addosso a qualcuno lo uccide. Gli italiani masochisti che affollano Palazzo Strozzi sognano forse di essere schiacciati da questo tetro tedesco ossessionato dal nazismo. Io che masochista non sono non ci posso fare niente se costui è nato nel 1945 nella Foresta Nera, io sono nato nell’Italia della Balena Bianca, la Democrazia Cristiana, e non ho colpe né tantomeno sensi di colpa. “Ogni sua produzione artistica esprime il rifiuto del limite”: come se la tracotanza fosse qualcosa di cui vantarsi. Col quadrone “Caduta dell’angelo” Kiefer vorrebbe dialogare col cortile rinascimentale ma è il cortile a non voler dialogare con lui.

Il Rinascimento è bellezza, chiarezza, armonia, simmetria, mentre il quadrone, a parte la foglia d’oro che comunque è medievale, sembra una discarica di materiali sporchi e scuri. Oltre che antirinascimentale la mostra di Kiefer il Greve è antipasquale, ideale per italiani acculturati e disperati che non sono nemmeno più capaci di concepirla la resurrezione.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).