(foto Ansa)

Preghiera

I cortei sono sempre una violenza

Camillo Langone

Per quale motivo vengono autorizzati? Manifestazioni di prepotenza di minoranze rumorose contro persone impegnate a lavorare

Perché esistono i cortei? E perché vengono autorizzati? E perché i partecipanti non sentono lo sfilare come un’autoumiliazione? Entrare in un corteo significa dimettersi da persona e diventare piede di millepiedi. Non è una forma di espressione personale, è il suo contrario. Dai cortei si levano cori (sempre molto primordiali, mica il coro del Nabucco): non c’è spazio per i solisti. Nei cortei conta il numero, il singolo vale zero. Un corteo è sempre naturaliter comunista e questo spiega perché i comunisti ne fanno tanti e i liberali pochissimi. I cortei sono manifestazioni impersonali di collettivisti incapaci di manifestarsi individualmente. E allora, ripeto, perché il più delle volte vengono autorizzati? I cortei, anche quando non pullulano di antisemiti pietremuniti come di questi tempi, sono sempre una violenza, la prepotenza di una minoranza rumorosa contro una maggioranza composta da persone con altre idee oppure altri metodi. Sono la prevaricazione di giovani dissennati, i cosiddetti “ragazzi”, che gettano l’anagrafe, gli ormoni, la mancanza di freni, il molto tempo libero contro le persone impegnate a lavorare e a ragionare. Perché esistono i cortei?

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).