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"Il sol dell'avvenire" è un film trotzkista. E Trotsky era un macellaio

Camillo Langone

Quello di Nanni Moretti, candidato ai Nastri d'argento, è un film per comunisti nostalgici e per non comunisti ignoranti, inconsapevoli riguardo il Trotsky campeggiante nella scena finale. Un assassino "perdente" paragonato a Stalin

Il solo fatto che un film trotzkista sia candidato a vincere, oggi, il più antico premio cinematografico italiano getta un’ombra sui Nastri d’Argento e, se non sul cinema italiano, sulla critica cinematografica italiana (i Nastri sono organizzati dal Sindacato critici cinematografici: per uno spirito libero già l’esistenza di un Sindacato critici cinematografici ha qualcosa di repellente). “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti è un film per comunisti nostalgici e per non comunisti ignoranti, inconsapevoli riguardo il Trotsky campeggiante nella scena finale. Era un commissario del popolo, un comandante dell’Armata Rossa, dunque un bolscevico poliziesco e militare, era il teorico della rivoluzione permanente, il brutale fanatico che nel 1921 fece bombardare la città di Kronstadt (colpevole di “sollevazione piccolo borghese”), crimine che Simone Weil gli rinfacciò personalmente, sublime coraggiosa ragazza. Trotsky era un macellaio di uomini. Rispetto al macellaio vincente Stalin un macellaio perdente, e sarà questo il motivo della disgustosa infatuazione morettiana. Il beatificatore di un assassino che Nastro si merita? Non d’Argento ma di Bronzo, come la faccia.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).