L'affresco di Michele Primon nell'Università di Padova

preghiera

Ci fu un tempo in cui gli italiani sapevano come trattare l'orso

Camillo Langone

Oggi gli sloveni, i croati, i bulgari, gli estoni, i finlandesi sono i popoli sufficientemente svegli da capire che è meglio mangiare piuttosto che farsi mangiare. Ma l'arte insegna che anche noi siamo stati intelligenti

Gli sloveni sono 200 volte più intelligenti degli italiani (l’anno scorso in Slovenia sono stati regolarmente abbattuti 200 orsi, in Italia zero). Molto più intelligenti anche i croati, i bulgari, gli estoni, i finlandesi (altri popoli sufficientemente svegli da capire che è meglio mangiare l’orso piuttosto che farsi mangiare dall’orso, o anche di dar da mangiare all’orso: quanto ci costerà saziare la famosa e famelica orsa appena imprigionata?). Ma non è sempre stato così. Furono intelligenti anche gli italiani. Ho scoperto opere d’arte dedicate alla caccia all’orso, un quadro veneziano del Settecento, non molto bello ma molto prezioso come documento, e un pregevole affresco padovano del Seicento. Realizzato da Michele Primon si trova in un antico palazzo ora dell’università di Padova, sede dell’istituto di Geologia. Osservandolo comprendo meglio quanto avevo soltanto letto: per i giovani aristocratici la caccia all’orso era motivo di vanto. Uccidendo la fiera, per giunta all’arma bianca, proteggevano la popolazione, salvavano altri animali (l’orso nell’affresco sta sbranando un cavallo) e al contempo dimostravano il proprio valore. Oggi i loro eredi, i rampolli rammolliti delle élite, sono in maggioranza animalisti: non sarebbero capaci di infilzare un criceto.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).