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Abbinare il vino? Roba da italiani fissati con il cibo

Camillo Langone

Che il vino sia per il vino, senza secondi fini, come l’arte per l’arte. E mai nessuno che chieda: questo vino a quale libro lo abbini?

“Con cosa lo abbini?”. Ecco una domanda che mi fa venire la bava alla bocca. Una domanda da sommelier. Una domanda da italiano che pensa sempre a mangiare. Bisogna pensare a bere, invece. Il vino è bevanda sacra, fra Dioniso e Cristo, abbinarlo è quasi profanarlo, è senz’altro diminuirlo. Che il vino sia per il vino, senza secondi fini, come l’arte per l’arte. Io quando voglio bere un vino parto dal vino e resto sul vino, non mi è nemmeno indispensabile accompagnarlo, non ho mai capito il discorso dello stomaco vuoto, non mi sono mai ubriacato meditando intorno a una bottiglia. Poi, se proprio, portate un po’ di formaggio, qualche tarallo da sgranocchiare senza pensarci, senza farci teorie... Con la consapevolezza che l’abbinamento migliore per un vino importante è un libro importante e assonante, che so, l’Ecclesiaste, il Simposio, Orazio, Khayyam, Cioran... E però mai nessuno mi ha chiesto: questo vino a quale libro lo abbini? Mai.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).