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"Ci siamo trovati come a casa". Ma che complimento è per un ristorante?

Camillo Langone

A casa le persone hanno (lo so perfettamente, inutile provino a negare) sedie sbagliate, piatti sbagliati, bicchieri sbagliati in cui versano vini sbagliati… Sebbene io a casa abbia tutto giusto, nei ristoranti non cerco l’uguale ma lo straordinario

Mi ringraziano per avergli indicato un ristorante dove si sono trovati “come a casa”. Per loro è un complimento. Per me è un fallimento. Se in un ristorante si mangia come a casa e si sta come a casa, me ne sto a casa. Risparmio pure. A parte che non è vero, a parte che non elogio mai ristoranti equivalenti a case. Anche perché a casa le persone hanno (lo so perfettamente, inutile provino a negare) sedie sbagliate, tovaglie sbagliate, piatti sbagliati, bicchieri sbagliati in cui versano vini sbagliati… Sebbene io a casa abbia sedie giuste, tovaglie giuste, piatti giusti, bicchieri giusti, e vini giustissimi, nei ristoranti non cerco l’uguale ma lo straordinario. Che può prendere forme molteplici ed essere, che so, un vino sconosciuto, un ingrediente che non saprei come procurarmi, una ricetta antichissima, una tecnica di cottura nuovissima, un Cagnacci sulla parete, un panorama fuori dalla vetrata… Cerco un ristorante che per un paio d’ore me la faccia dimenticare, la casa.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).