Foto di Kamil Szumotalski (via Unsplash)

Preghiera

La Bibbia ha sempre ragione, anche se si tratta di botanica

Camillo Langone

Invece di lamentarsi della siccità, ci si adatti seguendo alla lettera le sacre scritture

Mi sono fissato con gli alberi biblici. Innanzitutto con i fichi e gli ulivi, oltre ovviamente alla vite che non è proprio un albero ma che può essere allevata ad alberello. In Terra d’Otranto ho visitato un vivaio di esemplari (ossia di piante adulte) che ha acceso il mio entusiasmo. Ho visto un fico che somigliava al fico parlante del Libro dei Giudici, se non addirittura al fico edenico dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina. Ho visto cipressi che sembravano i nipoti di quelli usati da Noè per l’arca. Ho visto melograni e mandorli, ho visto lecci... Quando l’Antico Testamento parla di querce rimane quasi sempre sul generico ma se non sono lecci saranno vallonee o querce spinose. Perché nella Bibbia, diluvio universale a parte, piove poco e le piante bibliche di poco si accontentano (in Terra Santa non c’erano campi da golf, idrovori e, fuori dalle isole britanniche, idioti). Invece di lamentarsi della siccità ci si ispiri alle civiltà della siccità e si piantino gli alberi giusti, preparando il giorno sereno in cui “ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico”. Soprattutto ci si ricordi sempre che la Bibbia ha sempre ragione.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).