Il monastero di Khor Virap in Armenia (Wikipedia) 

preghiera

Archeologia della Croce, sepolta sotto sciatteria e amnesia

Camillo Langone

Clero e paraclero hanno prosciugato le acquasantiere, imbrattato i portali con cartelli minacciosi, imposto a Dio le regole di Cesare. Mascherine e distanziamento hanno sostituito una virtù ormai dimenticata: la fede

Sant’Elena, tu che ritrovasti la Croce di Cristo fammi rivedere la Croce di Cristo. Nel IV secolo a Gerusalemme la Croce era invisibile perché ricoperta di terra e paganesimo, nel XXI secolo in Italia è invisibile perché occultata da regole e covidismo. Fornendo una controtestimonianza sesquipedale, clero e paraclero (quest’ultimo nelle parrocchie è il peggio) hanno prosciugato le acquasantiere, imbrattato i portali con cartelli minacciosi, imposto a Dio le regole di Cesare. Io cristiano clandestino mi aggiro nelle città all’ardua ricerca di una chiesa aperta e non sorvegliata, dispiaciuto di non trovarmi in Armenia (alle messe nei monasteri di laggiù, mi raccontano, niente mascherine e al posto del distanziamento c’è una virtù qui dimenticata, si chiama fede). Gesù disse: “Lasciate che i bambini vengano a me”. I vescovi italiani (“commissari dell’ideologia del presente”, definizione del cardinale Sarah) ordinano: “Erigete barriere davanti a lui”. Sant’Elena, tu che per ritrovare la Croce ti facesti archeologa fallo ritrovare anche a me quel legno di salvezza, dammi la forza di scavare strati e strati e strati di sciatteria, amnesia, apostasia.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).