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preghiera

Dietro al vino buono, c'è una persona buona

Camillo Langone

Quando non sapete che bottiglia scegliere, fatelo in base a un semplice criterio: che abbia nome e cognome del produttore. Diffidate di dirigenti estranei alla proprietà: “un funzionario è un essere senza originalità”, insegna Baudelaire

Il professor Venturelli, il guru del Sorbara, mi dice che sceglie le bottiglie da bere basandosi sulla qualità delle persone che le producono. Un criterio prossimo al greco “kalòs kagathòs” non può che deliziarmi ma conoscere personalmente tutti i produttori è impossibile e allora io, quando non so se le bottiglie che ho davanti sono prodotte da belle/brave persone, scelgo quantomeno bottiglie prodotte da persone. Ossia vini che portano in etichetta nome e cognome del produttore, o il cognome di famiglia (magari dopo aver verificato che l’azienda non è stata venduta a qualche gruppo, fondo, cooperativa). Questo criterio innanzitutto esclude le cantine sociali, dove essendoci troppe persone non può sussistere una personalità. E le grandi aziende amministrate da dirigenti estranei alla proprietà dato che “un funzionario è un essere senza originalità”, come insegna Baudelaire. Qualche esempio? Un’altra volta: intanto impratichitevi col metodo Venturelli-Langone.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).