Foto Ansa 

preghiera

Carla Fracci maestra di vita. E non lo aveva capito nessuno

Camillo Langone

C'è gran bisogno oggi della sua leggerezza senza debolezza. In mezzo a questi vip senza vergogna, a caccia di attenzioni e compassione, da estorcere con il racconto di sofferenze e problemi personali

Gentilissima Carla Fracci, domani è il suo trigesimo e voglio scusarmi perché di lei poco sapevo e ancor meno capivo, lontanissimo come sono dalla danza. Ho visto le sue immagini degli anni Sessanta e ho scoperto che fu una bellissima ragazza lombarda, e mi sono chiesto se oggi è ancora possibile essere una bella ragazza lombarda, fresca, lattea, pulita, col razzismo antibianco che avanza, e con i tatuaggi obbligatori, imposti dallo spirito maligno del tempo, che sporcano i corpi per sempre. Poi ho inteso la sua soave sprezzatura, il suo praticare una disciplina durissima senza mai smettere il sorriso, e dunque il suo essere agli antipodi del vittimismo odierno, questi ricchi e famosi dediti al lamento, questi vip senza vergogna che raccontano malattie, problemi personali, antiche molestie per estorcere attenzione e compassione. Lei, Carla Fracci, non era soltanto una grande maestra di danza, era una grande maestra di vita, e io non l’avevo capito e temo non lo avesse capito quasi nessuno. Prego affinché lo si capisca ora, in un mondo che del suo esempio (leggerezza senza debolezza) ha un bisogno enorme.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).