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L'ispirazione divina di Battiato

Camillo Langone

Socrate nell'Apologia spiega che i poeti compongono "non per sapienza ma perché ispirati da un dio". Di certo è successo a Franco Battiato, ispirato ed erudito tra passato e futuro

Franco Battiato fu un ispirato, tra 1979 e 1981 certissimamente lo fu. L’ispirazione spiega il suo sincretismo critico del sincretismo, il suo spiritualismo offeso dalla desacralizzazione (“Supermercati coi reparti sacri / che vendono gli incensi di Dior”), dalla messa postconciliare (“E giorni di digiuno e di silenzio / per fare i cori nelle messe tipo Amanda Lear”). L’ispirazione e l’erudizione spiegano altri versi di quei tre anni entusiasmanti: in “gesuiti euclidei / vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori / della dinastia dei Ming” c’erano passato e futuro, Matteo Ricci e Papa Bergoglio, il solito gesuitismo che va per cristianizzare e viene paganizzato.

 

La parabola di Battiato, considerando anche il pre-79 e il post-81, conferma Socrate che nell’Apologia spiega come funziona la creazione artistica: i poeti “non per sapienza componevano ma perché erano ispirati da un dio”. Solo un dio può salvare la canzone italiana.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).