(foto Ansa)

preghiera

No, lo Stato non può garantire l'immortalità

Camillo Langone

Viviamo rinchiusi da un anno, nella folle convinzione che la morte sia un errore. Forse è il caso di recuperare la lezione di San Francesco

San Francesco, davvero non riesce a vivere chi non sa di dover morire, chi non ha contezza di “sora nostra morte corporale”. Non è nemmeno indispensabile considerarla sorella: basterebbe considerarla inevitabile e naturale. Basterebbe sapere, come dicevi tu, che “nullu homo vivente pò scappare”. E invece siamo rinchiusi da un anno, puntellati coi soldi tolti ai figli e ai nipoti, nella folle convinzione che la morte sia un errore, e che l’immortalità possa e debba essere garantita dallo Stato, “whatever it takes”. E invece ora rifiutano un vaccino immaginato rischioso, sempre nella folle convinzione che la morte sia un errore, e che l’immortalità possa e debba essere garantita da un altro vaccino. San Francesco, forse tutto è cominciato quando la parola “morto” è stata sostituita da “scomparso”. La lingua si può falsificare, per costume o per decreto, ma per far sparire la morte (e “le peccata mortali”) non basta censurare il vocabolario. San Francesco, laudato sii per il tuo memento mori del 1224 che mi insegna a vivere non follemente, non alla maniera delle folle, nel 2021.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).