Il muralese di San Benedetto il Moro realizzato a Palermo Igor Scalisi Palminteri (foto pagina Facebook di Igor Scalisi Palminteri)

Non ci sono solo i preti paolini a battersi per l'islamizzazione dell'Italia

Camillo Langone

A Palermo Igor Scalisi Palminteri, ex francescano, ha dipinto l'immagine di San Benedetto il Moro: “Lo abbiamo realizzato perché è nero”. Chissenefrega della fede, la prima cosa è il sangue

San Benedetto il Moro, non ci sono soltanto i preti paolini (editori e direttori di Famiglia Cristiana) a battersi per l’islamizzazione dell’Italia (più immigrati africani non selezionati oggi e più minareti domani, ovvio). Ci sono pure gli ex frati. Che ti usano ai loro neri scopi. Il pittore palermitano Igor Scalisi Palminteri, un tempo francescano e adesso tatuato, ti ha dipinto in un grande murale nel famoso quartiere Ballarò. Un maiuscolo esempio di propaganda invasionista e razzista, dichiaratamente tale. “Lo abbiamo realizzato perché è nero”, ha detto l’artefice. Mica perché andavi in estasi durante la preghiera, resuscitavi i bambini e facevi apparire gli angeli: per il colore della tua pelle. Chissenefrega della fede, per costoro come per gli zootecnici la prima cosa è il sangue. Il pittore dall’incongruo nome slavo, forse relitto di un’altra invasione però soltanto culturale, quella che negli anni Sessanta e Settanta riempì le regioni comuniste di Yuri, da bravo propagandista ti ha messo in caricatura. Come i vignettisti antisemiti disegnavano e disegnano gli ebrei invariabilmente col naso adunco, un muralista filoafricano non poteva che estremizzarti e dipingerti bantù, pelle nerissima e naso camuso: quando invece eri probabilmente etiope, olivastro e naso sottile. San Benedetto il Moro, prega con il tuo rosario che sui muri di Palermo compaia piuttosto la Madonna di Lepanto.

 

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).