Cimitero comunale monumentale del Verano a Roma (foto LaPresse)

Il cimitero non attira i turisti. Per fortuna

Camillo Langone

A messa devo farmi largo tra i viaggi organizzati e sottopormi al martirio dei flash. Fra le tombe posso pregare 

“Fra secolarismo e religioni una linea divisoria imprescindibile è costituita dal rituale. E la parola stessa, “rituale”, è associata a qualcosa di esornativo, tedioso, inefficace. Quindi il contrario esatto di ciò che la parola significava in altre civiltà”. Così scrive Roberto Calasso in “L'innominabile attuale”, mirabile esempio di letteratura Adelphi capace di affascinare oltre i confini della gnosi a cui esplicitamente si riferisce (vedi pagina 32). Nella civiltà cattolica a cui appartengo il rito non è tutto ma è tanto, e dopo il precetto dei Santi ecco giunta la pietà per i Morti. “Rispetto ai religiosi, i secolaristi sono come i turisti rispetto ai nativi” scrive Calasso, e io posso confermarlo perché a messa, in una città turistica come Parma, devo farmi largo tra i viaggi organizzati e sottopormi al martirio dei flash. Mentre al cimitero no, il cimitero non attira i pullman. Fra le tombe posso pregare per l’eterno riposo dei miei cari senza essere disturbato dai secolaristi. E sognare di uscire dal secolo, senza dolore e per entrare in un mondo migliore.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).