Il racconto
Manovra con scossone. Romeo: "FdI non rompa i c...". Giorgetti, assediato da Salvini, blinda i vertici del Mef
Giorgetti al Senato fa l'elogio della prudenza e in Cdm conferma i vertici di Demanio (la cognata di Gentiloni) Entrate, Dogane. L'insidia del decreto Ucraina è contenuta in un numero. Meloni: "Mi dispiace solo rivedervi il 29". Oggi la fiducia
Roma. Facciamo cronaca. Natale con lo scossone. Questo è Max Romeo, capogruppo della Lega al Senato, che spiega la manovra 2025: “Fratelli d’Italia non può rompere i coglioni. La Lega non può essere sempre il capro espiatorio del governo. Basta farci passare per scemi. FdI non ha forse inserito e tolto la misura sul condono?”. Si raccontano ancora cose turche dalla Commissione Bilancio. Claudio Lotito che dice a Federico Freni, il sottosegretario dell’altra Lega, il nobile Freni: “A che te mpunti? No ‘o sai come funziona? Aho!”. Salvini sta seminando Lega passa, come l’uva. Alza la voce, con Giorgetti, in vista delle nomine di marzo, le partecipate (ieri in Cdm, Giorgetti ha avviato la procedura per rinnovare i vertici di Tesoro, Demanio, Entrate, Dogane. Al Demanio viene riconfermata Alessandra dal Verme, cognata di Gentiloni). Meloni ha detto ai ministri (per fortuna è rimasta l’ironia): “Mi dispiace solo rivedervi qui il 29 dicembre”. Concordiamo
Non è vero che è la solita manovra e neppure che è sempre andata così. In Cdm, ieri, Giorgetti è stato il primo a uscire mentre Meloni regalava ai ministri, in busta, piccoli oggetti di pelletteria e cartoleria Campo Marzio. A sera Giorgetti, al Senato, spiegava: “Io l’austerità la traduco con prudenza. Il nostro bilancio è gravato da 90 miliardi. Io non posso ragionare come cinque anni fa: quel mondo è finito. La Bce non compra più il nostro debito. Io sono un ministro sfortunato. Della nostra prudenza di bilancio ne beneficeranno i governi a venire, i giovani”. Niente, ha sbagliato secolo. E’ convinto di avere Minghetti come suo compagno e non ha ancora capito che è collega di Claudio Borghi. Lo sanno ormai tutti che Salvini ce l’ha con Giorgetti ma quello che non si sapeva è che Salvini ha fermato perfino il suo vice Lega, Claudio Durigon. Tutta quella ferramenta di norme sulle pensioni, da harakiri, era stata concordata da Giorgetti e Durigon, ma Salvini ha suggerito a Durigon che “me la vedo io”. E’ un pizzino di Salvini per preparare Giorgetti quando a marzo firmerà le nomine delle partecipate. Salvini ce l’ha anche con Lollobrigida che al porto di Civitavecchia voleva indicare una figura di riferimento. Nel Cdm di ieri, Salvini era tronfio perché si è inventato una nuova partecipata, la Porti d’Italia spa, un’altra società chiamata nientemeno, si legge, “a svolgere un ruolo di regia nazionale”. Ormai il modello Salvini è la Rai: sogna il modello Rai con direttori, vice, capi, capetti, uscieri, portieri, generi, cugini, la moltiplicazione dei cda e dei pesci. Salvini si è ribellato e continuerà (sul decreto Armi per Kyiv che arriverà nel Cdm del 29 dicembre l’insidia sta nella deroga alla legge 185/90, la norma che regola il controllo sull’esportazione di armi a paesi in conflitto. Sarà quella la vera insidia che Meloni dovrà aggirare). Oggi al Senato, si vota la fiducia alla legge di Bilancio. Sapete che dice Luca Ciriani, il ministro della bora, quando le sue parole il vento le porta? Dice che bisognerebbe ringraziare la compostezza dell’opposizione che, per una volta, si è mostrata istituzionale. Lella Paita, capogruppo di Italia viva, che ha passato le notti bianche in Commissione Bilancio (spiega Paita: “Salvini dice ‘ho vinto’, ma Meloni gli ha tolto 300 milioni ogni anno per le sue opere. La verità è che il conto delle pensioni lo ha pagato Salvini”) racconta che se non fosse stato per Ignazio La Russa si rischiava l’esercizio provvisorio. Anche i presagi non sono buoni: i componenti della commissione Bilancio del Senato hanno tutti il raffreddore che si sono passati come gli emendamenti che Lotito trasmette a mano a Francesco Boccia. Solo per citare uno di questi emendamenti, targati Forza Italia, a Vibo Valentia sono stati destinati quasi un milione di euro in due anni (Natale a Vibo). No, non finirà per nulla, malgrado le promesse di Romeo: “Alla fine conta la sostanza, forse abbiamo giocato una partita con falli, ammonizioni, troppo pressing, ma alla fine conta la sostanza e io ho avuto le rassicurazioni da Giorgetti che si sarebbe trovata una soluzione. Forse qualche dichiarazione di Borghi è stata scomposta. Ma la Lega deve fare la Lega e la manovra la portiamo a casa”. C’è un problema serio e riguarda ancora Giorgetti e Meloni, riguarda Freni che è andato avanti, in queste ore, a mandorle, tè, e tavolette di cioccolata. Disciplina. Mentre si chiude il pezzo, con Giorgetti in Aula, Salvini fa sapere, in terza persona, che “la scorsa settimana Salvini ha inviato una lettera al Mef chiedendo di accelerare lo sblocco dei fondi del Mose, ribadendo al contempo che i decreti del ministero delle Infrastrutture per sbloccare l'iter sono pronti da tempo”. Al Mef, i tecnici replicano che i fondi del Mose sono al Mit, il Mit fa sapere che i fondi sono al Mef. Se parlaste con la Lega di Salvini, i suoi Afrika Korps, sentireste dire: “E’ FdI che gioca sporco. Prima ci ha messo contro Zaia, e diceva che era Salvini che non voleva la lista Zaia, ora Meloni ci mette contro anche Giorgetti”. Se parlaste con FdI vi direbbero invece che “Salvini si sta logorando ancora. FdI cresce e lui ha un problema con i governatori. La sua strategia da Pierino non funziona”. Passa Massimo Garavaglia, ex ministro della Lega, uno che stava con Draghi, e gli chiedono: “Garavaglia, lei cosa c’entra con la Lega di Borghi?” e Garavaglia replica: “Io non c’entro nulla, io sono solo della Lega”. In Cdm, Giorgetti come segnale ha riconfermato i direttori Dal Verme, Alesse, Carbone (rispettivamente alla guida di Demanio, Dogane, Agenzia delle Entrate), è stato riconfermato il direttore generale del Tesoro, Barbieri d’Hermitte. Cosa dirà da oggi Salvini? Le pensioni non sono il suo cruccio. Salvini ha bisogno d’altro. Vuole il vecchio Giorgetti con la canotta e non il nuovo che parla come Massimo d’Azeglio, la destra storica. Vedrete, manderà Giorgetti a Venezia insieme a Zaia, alle prigioni Nuove. Salvini l’unico ponte che vuole costruire è quello dei sospiri.
Carmelo Caruso