(foto Ansa)
l'intervista
L'ex ministro Tria: “Attaccare Giorgetti perché competente? Mi indigna. Chi evoca le manine non ha fortuna”
Il titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze all'epoca del governo gialloverde: "La bagarre sulle pensioni è solo una tempesta in un bicchiere d'acqua che rischia di intaccare la stabilità dell'Italia. La manovra non è solo prudente ma anche giusta"
“A me fa sorridere che quando si vuole insultare un politico si dice che è un tecnico. Ma non è che un politico che prende i voti e che viene eletto non possa essere competente. Anzi, è sperabile che tutti i ministri abbiano anche delle competenze tecniche. Di sicuro c’è che il ministro Giorgetti è bravo e ha sia una vasta esperienza politica, sia delle competenze di natura più tecnica”. Giovanni Tria, da ex ministro dell’Economia e delle finanze, conosce piuttosto bene le pressioni di fine anno delle forze politiche che, quando si avvicina l’approvazione definitiva della manovra, tentano l’assalto alla diligenza per portare a casa qualche strapuntino di natura elettorale. In questo fine dicembre il tormentone natalizio sono state le pensioni e i tentativi di alcuni esponenti della Lega (per esempio Borghi e Durigon) di stralciare alcune norme per il rialzo dell’età pensionabile che giudicavano indigeribili per il loro elettorato. Con appendice di scontatissimo “dagli al tecnico”. “E’ stata una tempesta in un bicchier d’acqua, mossa per motivi di immagine politica di alcuni. E vorrei dire di alcuni, perché non dico di un partito, ma solo di alcuni esponenti. Sinceramente come cittadino mi ha un po’ indignato: io capisco che si voglia tenere conto dell’immagine e dei risvolti politici, però non è che considerare gli aspetti economici non ti renda un buon politico”, ragione Tria parlando al Foglio. Anche additare i tecnici delle stretture di Via XX Settembre non è affatto una novità. “Sì, è tradizione ricorrente, di manovra in manovra, quella di additare le famose ‘manine’ dei tecnici del Mef che avrebbero messo mano in qualche modo ai testi stravolgendoli. Io pure ci sono passato”, racconta l’ex ministro. “Quello che però vorrei dire, senza alcuna pretesta scientifica, è che anche solo da un punto di vista scaramantico io starei attento a parlare di manine. Perché tutti coloro che le hanno evocate, in questi anni, hanno poi dovuto scontare un tracollo elettorale”, dice con una punta d’ironia l’ex ministro.
Quando era nella posizione di Giorgetti, all’epoca del governo gialloverde, Tria dovette affrontare Consigli dei ministri tribolati, riunioni fiume, come quella al cui termine l’ex vicepremier Di Maio festeggiò “l’abolizione della povertà”, con tanto di 10 miliardi di euro stanziati per il reddito di cittadinanza. “Un’uscita impropria, perché la povertà non è stata affatto abolita”, la definisce oggi Tria. Ma che consigli si sentirebbe di dare a Giorgetti per far fronte alla solita caccia alla bandierina di fine anno? “Più che a Giorgetti, che sta facendo benissimo, io credo che i consigli andrebbero dati ad alcuni, all’interno dei partiti, che stanno dando vita a questa bagarre che rischia di danneggiare la solidità dell’Italia. C’è la tendenza a pensare che tutto si giochi nella legge di Bilancio, ma non è così. Il miglioramento della reputazione finanziaria dell’Italia si è giocato sulle leggi di bilancio ma anche su una gestione più complessiva dei conti pubblici e su quello che io definisco ‘mano ferma’”, analizza Tria. “Anche all’epoca del balcone di Di Maio il deficit di bilancio finale è stato molto inferiore a quello previsto dalla legge di Bilancio. Era stato fatto un accordo anche con la Commissione europea per arrivare al 2 per cento di deficit inserito in manovra. Ma alla fine di quell’anno il deficit fu dell’1,5 per cento. Per questo non è vero i partiti dovrebbero considerare che non tutto passa dalla manovra”.
Fatto sta che qualche modifica rispetto ai testi originari, di solito, viene sempre adottata. “Ma serve a correggere storture che si vanno via via evidenziando, come i fondi di Transizione 5.0 per le imprese”, dice Tria. “Si tratta di piccoli aggiustamenti, anche per dar conto ai parlamentari di alcune loro proposte. Ma mai di stravolgimenti. Nel caso delle pensioni, poi, si trattava di misure che riguardavano il futuro. Un domani, in realtà, dovremo prendere iniziative ben più drastiche, mettendoci in testa che non si può ignorare l’allungamento delle aspettative di vita e la decrescita demografica”.
In conclusione, comunque, Tria vuole ribadire il suo sostegno a Giorgetti per il rigore dimostrato. “La manovra non è solo prudente ma giusta. Ha confermato un atteggiamento di controllo della finanza pubblica e ha recuperato la fiducia dei mercati, dando un’impressione di stabilità finanziaria oltre che politica. Anche per questo credo che certi attacchi, con tutto quello che accade nel mondo, non siano positivi per la stabilità del governo e del nostro paese”.