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il paradosso
Autorità indipendenti o governative? La norma anti Arera e Consob
Un emendamento approvato dalla Camera sabato prevede la risoluzione dei contratti di lavoro a tempo determinato relativi a dirigenti inquadrati almeno con la qualifica di direttore, in caso di processi di riorganizzazione delle Authority. Un precedente pericoloso senza alcuna apparente motivazione logica
Peggio delle leggi ad personam ci sono solo le leggi contra personam. Sabato la Camera ha approvato un emendamento della Lega alla legge di Bilancio che prevede, in caso di processi di riorganizzazione delle Autorità indipendenti, la risoluzione dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato relativi a dirigenti inquadrati almeno con la qualifica di direttore. Le uniche Autorità che potrebbero essere in queste condizioni a breve sono l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), che da gennaio vedrà insediarsi il nuovo collegio, e la Consob, in scadenza a marzo. Guardando all’organico di Arera, sono solo due i dirigenti potenzialmente interessati: Massimo Ricci, direttore della divisione Energia, e Lorenzo Bardelli, direttore della divisione Ambiente. Alla Consob, dove i giochi sono ancora tutti da fare, potrebbe trovarsi nella medesima posizione il direttore generale Luca Filippa.
La norma crea un precedente pericoloso senza alcuna apparente motivazione logica. I ruoli apicali delle Authority, infatti, sono soggetti a spoils system: se il nuovo collegio intende sostituirli può farlo. Inoltre, trattandosi di contratti a tempo determinato, la collaborazione cesserebbe automaticamente al loro termine.
Neppure gli effetti immediati sono da sottovalutare. Arera verrebbe a privarsi di competenze fondamentali in settori oggetto di profonde evoluzioni anche per effetto delle sfide imposte dalla transizione energetica. Bardelli è stato l’ideatore della regolazione del settore idrico prima inesistente. Ricci è uno dei volti più autorevoli dell’energia in Italia e ha accompagnato le più importanti trasformazioni dei mercati elettrico e gas.
In prospettiva, quali professionisti competenti – che, plausibilmente, potrebbero contare su più alternative di impiego e salari migliori – accetterebbero di lavorare a tempo determinato per un’Autorità sapendo che, in forza di questa norma, potrebbero essere defenestrati dall’oggi al domani? Oltretutto con a seguire un periodo cosiddetto di “cooling off” che impedisce ai dirigenti dei Regolatori indipendenti di lavorare nei settori regolati per due anni dalla cessazione dell’incarico? E in quale modo, sotto questa spada di Damocle, queste figure potrebbero esprimere al meglio la propria professionalità a supporto di Collegi spesso eterogenei dal punto di vista della competenza interna? Il risultato sarebbe verosimilmente di favorire carriere basate sulla fedeltà.
Tutto questo in un momento in cui i temi energetici – dal caro bollette all’impatto sui mercati dell’energia dei target europei sul clima – sono al centro dell’agenda politica. Avere un’Autorità davvero indipendente e competente è nell’interesse di tutti: dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che ne ha indicato i vertici, all’opposizione di Elly Schlein e Giuseppe Conte visto che la transizione a loro tanto cara ha bisogno di professionalità più che di slogan.
Il paradosso è che, se formalmente appare come uno sgambetto a qualche dirigente sgradito, nella sostanza la norma è un dito nell’occhio al nuovo Collegio. Durante le audizioni presso le Commissioni parlamentari competenti, il presidente designato Nicola Dell’Acqua ha sottolineato che l’indipendenza non equivale all’isolamento e si è impegnato a un rapporto più intenso con il Parlamento. Il nuovo Collegio ha un’occasione per dare un segnale e sgomberare il campo da ogni dubbio di accondiscendenza: fare sapere a Parlamento e governo che intende rivendicare a tutto tondo le sue funzioni e assumersi l’onore e l’onere delle decisioni sui vertici amministrativi dell’Autorità. Altrimenti da Autorità indipendente ad Agenzia governativa il passo è breve.