La Lega anfibia
Romeo (Lega): “E' Maria Zakharova che strumentalizza Salvini. Con Fontana? Nessun contrasto”
Il capogruppo della Lega al Senato: "Tra vicepremier e presidente della Camera nessuna divergenza. La Russia ha fallito nel tentativo di radere al suolo Kyiv in pochi giorni. E tuttavia Mosca non si può sconfiggere sul campo"
“Se non avessimo sostenuto Kyiv, Mosca l’avrebbe conquistata dopo una settimana. E’ stato giusto e sacrosanto il sostegno dell’Italia”. Dice così il capogruppo leghista a Palazzo Madama Massimiliano Romeo. Gli chiediamo, quindi, a proposito d’Ucraina, se non veda anche lui un dualismo leghista. Il segretario Matteo Salvini – appena assolto nel processo Open arms – evoca Hitler e Napoleone: la Russia non è mai stata sconfitta, dice, né mai lo sarà. Dall’altra parte, il presidente della Camera Lorenzo Fontana individua nel Cremlino un “paese fallito”. Senatore, lei cosa ne pensa? “Penso che le due posizioni non confliggano”. Ovvero? “Il presidente Fontana non sbaglia perché la Russia ha decisamente fallito. Ha fallito nell’intento di conquistare Kyiv in pochi giorni, e mi sembra che su questo non ci siano dubbi".
“Dopodiché – aggiunge Romeo – quello che dice Salvini è difficile da obiettare: non si può pensare di sconfiggere la Russia sul campo”. Il segretario del Carroccio, per questo, ha raccolto il plauso della portavoce del ministro degli Esteri Lavrov, Maria Zakharova. Una reazione di cui menar vanto? “Ecco, a tal proposito penso che la propaganda e la strumentalizzazione siano sempre dietro l’angolo”. Zakharova strumentalizza Salvini? “Sì. E’ la propaganda russa che strumentalizza le parole di Matteo, che nel merito ha ragione, a prescindere dall’interpretazione di questa portavoce. Tante volte, poi, si usano toni sopra le righe…”. Perché? “Perché i temi sono delicati ed è normale cedere a sfumature più forti. Ma lo si fa per richiamare l’attenzione sul tema”. E qual è il tema? “Che lavoriamo per rafforzare il piano di pace degli Stati Uniti. E quindi per tenere unito il fronte occidentale, Unione europea e Washington. Un obiettivo che ripercorre esattamente quel che ha detto Meloni all’inizio del suo discorso alla Camera”.
Nessuna Lega anfibia, quindi. Lei armonizza i due poli? “Io armonizzo sempre”. Ma le parole del suo segretario non rischiano di inficiare il cosiddetto europeismo meloniano? Salvini parla di Starmer e Merz come di due leader inani. “No. Non ci sono attriti con Meloni. Noi abbiamo sempre e soltanto ribadito alla premier che, accanto al giusto sostegno all’Ucraina, bisognava favorire i canali diplomatici. La tregua, con Trump, può finalmente sperare di concretizzarsi. Vede, io non la penso come i Cinque stelle”. Eppure l’affinità elettiva, tra voi, affiora sovente. “No. La loro linea è di alzare bandiera bianca. E lo dicono candidamente. Io penso invece che se non avessimo sostenuto l’Ucraina, Mosca l’avrebbe rasa al suolo. Adesso però, così com’è stato per Gaza, bisogna raggiungere una tregua con la diplomazia. Sono i popoli d’Europa a chiederlo e bisogna ascoltarli. Proseguire con lo scontro militare, del resto, è il preludio di un escalation nucleare”. Solo Trump ci può salvare? “Beh, il punto è che con l’ingresso di Trump alla Casa Bianca, il canale si è aperto, c’è una trattativa in corso. Sicché anche la nostra azione, a partire dal decreto aiuti che dovremo votare, sarà coerente con la negoziazione, soprattutto in funzione di quelle che sono le garanzie di sicurezza da dare a Kyvv. Sarà il segnale che daremo per rafforzare e sostenere il processo diplomatico”. Senatore Romeo, scusi l’insistenza, ma le parole del suo capo di diplomatico non hanno granché. “Non mi concentrerei sulla sfumatura di tono, ma sul contenuto. Noi abbiamo sempre detto che nessuno è mai riuscito a sconfiggere militarmente la Russia. E cioè una nazione con 4 mila testate nucleari. E’ una questione di buonsenso. Sostenere che non potesse essere sconfitta militarmente è indiscutibile sul piano storico quanto affermare che l’unica strada maestra è il dialogo. Se poi non si impara dalla storia…”. Romeo, che è saggio, traduce Matteo e ciceroneggia: “Chi dimentica la storia è destinato a ripeterla. Questo ha detto Matteo”.