La giornata della premier
Meloni morotea. Si inventa la “muldimensionalità” per fermare Salvini ma tiene il punto con i Volenterosi su Kyiv
Il discorso alla Camera è da Fratelli di Dc, da Berlino si schiera con i volenterosi e intanto lascia a Giorgetti "aggiustare" la manovra con 3,5 miliardi per Zes e Transizione 5.0. Rinviati agli anni prossimi i fondi per il ponte
Aldo Moro aveva le convergenze parallele e Meloni da oggi ha la “multidimensionalità”. In attesa della pace fra Russia e Ucraina, Meloni firma le dichiarazioni congiunte con i Volenterosi a sostegno di Zelensky e si inventa in Italia la risoluzione alla sant’Ignazio. Da Berlino, Meloni lascia licenziare a Tommaso Foti un capolavoro da vecchia Dc. Salvini che torna in modalità Tele Cremlino perde quello che cerca (Giorgetti rimodula i fondi sul Ponte sullo stretto) mentre la premier ottiene quello che vuole. Meloni parlerà alla Camera in vista del Consiglio europeo e la maggioranza, nel suo testo, afferma che “resta prioritaria la difesa del diritto internazionale e pertanto permane il sostegno multidimensionale allo stato aggredito”. Sugli asset russi sequestrati la paura del governo è che Putin si vendichi su banche italiane, come Unicredit, in Russia. C’è una Meloni Moro e a Berlino una Meloni che sta dove è giusto stare.
Da Berlino prima di partecipare alla cena dei Volenterosi, Meloni dice: “Mi aspetto passi in avanti”. Firma il sostegno pieno. Se l’avesse vista un moroteo avrebbe detto: Fratelli di Dc. Per sedare Salvini, Meloni, in Italia, usa la densità della parola scritta. Salvini a Quarta Repubblica (da Nicola Porro, il futuro Lucio Coletti di Pier Silvio Berlusconi) la spara grossa e dice che non sta né con Putin né con Zelensky. Al Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre si parla di Ucraina, medio oriente, sicurezza, difesa, quadro finanziario e immigrazione. Si aspetta la pace. L’America ripete che l’Intesa è vicina”. Nel suo intervento alla Camera, Meloni vuole rilanciare il tema immigrazione, la lista dei paesi sicuri. Insomma, il modello Albania. E c’è la sicurezza. La cronaca la aiuta. La Corte d’Appello di Torino libera l’imam, Mohamed Shahin, e Meloni scrive sui social: “Parliamo di una persona che ha definito il 7 ottobre un atto di resistenza. Dalle mie parti significa giustificare, se non istigare il terrorismo”. La domanda di Meloni: “Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza se ogni iniziativa (…) viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?”. Tornando al testo della risoluzione si stabilisce che è necessario continuare ad agire nei confronti della federazione russa ricorrendo a tutti gli strumenti della diplomazia compreso quello sanzionatorio”. Ci sono sempre le “solide garanzie di sicurezza”. In materia di allargamento si usa la formula “esplorando il tema correlato delle riforme dell’Unione”.
Il resto è manovra. Giorgetti tira fuori altri 3,5 miliardi. Di fatto la manovra si aggiorna. Sono stati riformulati gli emendamenti segnalati e il Mef recupera risorse per crediti di imposta nelle Zes, Transizione 5.0 e caro materiali. Quello ormai celebre è l’emendamento sull’oro di Fdi. Il nuovo testo ribadisce che la gestione e la detenzione delle riserve auree spetta alla Banca d’Italia, ma “appartiene al popolo italiano”. Il sottosegretario Fazzolari è felice come il Bambinello a Natale: “Penso che tra le questioni importanti e simboliche che ci ricorderemo di questa esperienza di governo, ci sia il fatto che, con l'assenso della Bce, si è ribadito che le riserve auree italiane appartengono al popolo italiano”. Per finanziare le Olimpiadi Milano-Cortina si vara un nuovo gioco win for Italia. Cinque milioni vengono invece destinati per i 250 anni della Scala di Milano e poi nuovi fondi per Matera capitale dalla cultura mediterranea 2026. La notizia però arriva dallo Stretto. Dopo lo stop della Corte dei Conti, parte dei fondi per il Ponte viene rimodulata sugli anni successivi in modo da liberare risorse. I tempi della manovra sono questi: si confida di approvarla alla Camera, con fiducia, la sera di martedì 22 dicembre. Se arriva la pace è davvero Natale.
la dichiarazione