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Editoriali
Fontana fa il non salviniano su Putin
Il presidente della Camera demolisce la Russia e indica un’altra Lega possibile, evitando narrazioni alternative, equidistanze artificiali e scorciatoie comunicative
C’è un passaggio nelle dichiarazioni di Lorenzo Fontana sull’Ucraina che merita di essere isolato e discusso, perché dice molto più di quanto sembri. Quando il presidente della Camera afferma che la Russia “ha fallito” e che non può essere considerata una grande potenza, non indulge in una provocazione politica: propone una valutazione strategica basata sui fatti. Dopo quasi quattro anni di guerra, Fontana richiama un dato essenziale: Mosca non ha raggiunto gli obiettivi che sembravano alla sua portata all’inizio del conflitto. Nessun cambio di governo a Kyiv, nessuna vittoria rapida, nessun controllo dell’Ucraina. Il territorio occupato – circa il 20 per cento – può essere letto come una conquista tattica, ma non come una vittoria strategica. E’ una distinzione cruciale, che smonta tanto la retorica della potenza russa quanto le letture indulgenti che continuano a circolare anche in Italia. Queste parole colpiscono anche per chi le pronuncia. Fontana è il presidente della Camera ed è un esponente della Lega, un partito nel quale il leader, Matteo Salvini, continua a esprimere posizioni più ambigue sul conflitto (il vicepremier ha detto di non fare il tifo né per Putin né per Zelensky). Proprio per questo la chiarezza di Fontana pesa.
Non è una polemica interna, ma una scelta di ruolo: parlare da istituzione, non da capo politico. Nel definire il fallimento strategico della Russia, Fontana riporta il dibattito alla realtà dei risultati e dei limiti. Evita narrazioni alternative, equidistanze artificiali e scorciatoie comunicative. Riconosce la resistenza ucraina, l’errore di calcolo di Putin e il fatto che la guerra ha ridimensionato, non rafforzato, l’immagine di Mosca come grande potenza. E’ una posizione sobria, ma solida e necessaria. E dimostra che anche dentro una maggioranza attraversata da tensioni è possibile mantenere una linea coerente e responsabile. In un dibattito politico dominato dall’oscillazione e dall’ambiguità, non è poco. Ma soprattutto, non è poco se quelle parole arrivano dalla Lega. Un’altra Lega è possibile? Fontana una strada l’ha tracciata.
la dichiarazione