Lo "scaldino"
Legge elettorale, La Russa apre al ballottaggio: “Spero collaborino tutti alle nuove regole”
Il presidente del Senato agli auguri di Natale con i giornalisti parla a tutto campo. Sull'Ucraina: "Italia essenziale come ponte con Usa". Sulle critiche di Trump però è duro: "Sull'islamizzazione guardi a casa sua. Noi ragazzi di destra cantavamo Europa nazione, terzo blocco tra Usa e Urss" E sulle carceri: "Almeno ampliare l'accesso ai domiciliari". Infine la Lombardia: "Nessuno può pretendere che non vada a FdI"
Per quanto riguarda la legge elettorale "io farei il ballottaggio anche quando, seppure entrambe le parti avessero superato il 40 per cento che fa scattare il premio di maggioranza, ci fosse tra loro una distanza inferiore di un punto o un punto e mezzo". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, durante la tradizionale cerimonia dello "scaldino", lo scambio di auguri di Natale con la stampa parlamentare. La Russa ha quindi auspicato che “tutti collaborino” alla modifica della legge elettorale, ricordando però come “in passato la sinistra l'abbi cambiata da sola". I tradizionali auguri di Natale sono stati per il presidente del Senaro l’occasione per spaziare sui più diversi argomenti. Sulle carceri, battaglia cara a La Russa ma non al suo partito FdI, ha spiegato: “Visto che mi hanno detto di no, sul mini-indultino, c'è un'altra strada: allarghiamo i criteri per gli arresti domiciliari, subito, prima di Natale”.
Inevitabile anche un passaggio siu Trump, l'Europa e l'Ucraina: "La mia parte politica - ha detto il presidente del Senato - ha sempre pensato che l'Europa ha un ruolo importante, politica industriale, la difesa, su questo Trump non mi deve insegnare nulla, noi ragazzi di destra cantavamo Europa nazione', volevamo il terzo blocco dell'Europa tra l'Urss e gli Usa". Ma La Russa ha replicato anche a Elon Musk che nei giorni scorsi ha nuovamente attaccato la Ue: "Il suo - ha detto il presidente del Senato - è un interesse economico". Sulla supposta perdita della civiltà europea denunciata dagli Usa, invece, La Russa ha detto: "Penso che Trump pensi all'islamizzazione, alla cultura woke, ma dovrebbe vedere anche in casa sua. Nonostante questo per il presidente del Senato è fondamentale mantenere l'asse Usa-Ue, anche per il futuro dell'Ucraina. "La nazione italiana - ha sottolineato - piu di altre puo' svolgere questo ruolo di mantenimento dei rapporti (con gli Usa) e di attenuazione dei contrasti che potrebbero costituire un danno irreversibile per l'Europa e per l'Italia".
Ma La Russa ha parlato anche di politica interna, anzi internissima al centrodestra. In particolare sul futuro della regione Lombardia contesa tra il suo partito, FdI, e l'altro partito di maggioranza che attualmente la governa, la Lega. "Il problema - ha detto il presidente del Senato che è anche l'uomo forte dei meloniani in regione - non è che deve andare per forza a Fratelli d'Italia. Il problema è al contrario: nessuno puo' pretendere che non vada a FdI". Tra gli argomenti affrontati non è mancata anche l'editoria, in particolare la cessione del gruppo Gedi all’editore greco Theo Kyriakou che spaventa i giornalisti di Repubblica e Stampa (oggi in sciopero). La Russa si è proposto come intermediario: “Le preoccupazioni - ha detto sono giustificate. Le proprietà hanno diritto a cambiare, vendere, cedere, ma non hanno diritto di imporre linee di condotta univoche alla redazione. Le vostre preoccupazioni le capisco e sono a disposizione anche come intermediario perché abbiate soddisfazione nelle risposte che attendete".
Infine, poi un passaggio sul referendum sulla giustizia. "Qualunque consultazione ha conseguenze politiche, ma non come successe con Renzi che aveva impostato il referendum su se stesso. Questo governo ha fatto esattamente il contrario. Penso che vincerà il sì, ma non credo che chi ha promosso il referendum, Schlein, Conte e gli altri si dimetteranno. Noi non lo chiederemo". Mentre su Atreju, la festa di partito in corso alla quale Elly Schlein non ha voluto partecipare, La Russa ha detto: "Io, al posto di Schlein, avrei detto sì. Ma non e' un'occasione persa. Ce ne saranno altre. Elly potrebbe invitare Meloni alla Festa dell'Unità, penso che Giorgia andrebbe".