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Editoriali
Sostenere il piano Crosetto
Il piano della Difesa è un’agenda di realtà. Urge un sostegno trasversale, non per rafforzare il governo, ma per rafforzare il paese
Il Documento Programmatico della Difesa illustrato da Guido Crosetto in Commissione contiene una verità semplice: nessun Paese può permettersi di restare fermo mentre tutto attorno si muove. Il ministro ha elencato priorità che dovrebbero parlare a tutto il Parlamento: ricostruire le scorte di munizioni, oggi insufficienti perfino per sostenere esercitazioni prolungate; modernizzare i sistemi di difesa aerea e missilistica, perché lo scenario europeo ha mostrato quanto siano diventati l’architrave della sicurezza; accelerare i programmi comuni con gli alleati, dall’Eurofighter all’Eurodrone; rafforzare la capacità di mobilità strategica, cioè trasportare rapidamente uomini e mezzi dove serve davvero.
Accanto a questo c’è la parte meno visibile, ma forse più urgente: la difesa cibernetica, che oggi vale quanto una flotta; gli investimenti nello spazio, diventato il nuovo livello di vulnerabilità delle infrastrutture civili; la revisione della logistica, che Crosetto ha descritto come il vero tallone d’Achille di un sistema efficiente sulla carta, ma lento nella realtà. Si può discutere sulle cifre, ma non sulla diagnosi. L’Italia ha ereditato un apparato compresso da anni di sottofinanziamento, e fingere che basti la buona volontà a colmare il divario con gli alleati sarebbe un atto di autoinganno. Per questo il piano Crosetto meriterebbe un sostegno trasversale: non per rafforzare il governo, ma per rafforzare il paese. La sicurezza non è un tema di destra o di sinistra, è la condizione che permette alla politica di esistere. Il vero gesto di maturità, oggi, sarebbe riconoscere che questa agenda non appartiene a una maggioranza ma all’Italia. Una difesa credibile è la precondizione di qualsiasi politica credibile.