Il ministro Guido Crosetto (foto Ansa)
il caso
Il Generale Crosetto, Meloni gli fa scudo e testa Salvini su Kyiv
Attaccato dal leader della Lega, stimato dal Pd. La presidente del Consiglio: “Il decreto Ucraina si farà entro l’anno”. È già “quirinabile”
C’è solo un generale e non è Vannacci. Adesso Crosetto è il “generale occidente”, “il quirinabile Crosetto”, e anche Peppe Provenzano, quando lo sente parlare, in Aula, sorride, perché, riconosce che “Crosetto conosce la grammatica. Crosetto è di un’altra pasta”. Martedì sera, a Palazzo Chigi, hanno voluto sperimentare l’affidabilità di Salvini, quel Salvini che scambia la pace di Putin per la pace perpetua, che parla di Crosetto come un armigero, il Krosetto con la K. Gli uomini di Meloni lo definiscono “test”, un “esperimento”. Prima hanno inserito il decreto cornice sulle armi da inviare in Ucraina e poi l’hanno espunto. Al ministero della Difesa arriva una comunicazione da Chigi: “Forza, acceleriamo, lo votiamo al prossimo Cdm”. Al ministero della Difesa accelerano, sorpresi, poi ricevono la telefonata da Chigi dove si comunica il rinvio. Meloni, che come Crosetto, non vuole la resa dell’Ucraina, che conosce il bluff di Putin, ha dichiarato dal Bahrein, che “il decreto si farà prima della fine dell’anno”. In Lega, la parte più dadà, la vannacciana (cosa aspetta Salvini ad aggiungere Zaia vicesegretario vicario?), chiamano Crosetto, affettuosamente, “Zio Fester”. Crosetto, che conosce il gioco di Salvini, si limita a spiegare che è il gioco della politica, che un anno fa i giornali scrivevano le stesse cose sull’Ucraina, sul decreto Armi. Quando hanno provato a metterlo contro Meloni, “non si parlano più, hanno litigato”, anche allora, Crosetto ha atteso il tempo galantuomo. Oggi a mettere in difficoltà Meloni è La Russa che vuole il mini indultino, che fa sponda con Salvini, che riapre il caso Garofani e lo richiude. Crosetto è un ex democristiano, ha un rapporto speciale con Mattarella e non ha mai commentato le parole di Garofani. Il Pd si stringe intorno a Mattarella, FdI intorno a Crosetto. Galeazzo Bignami, dice che “la posizione di Crosetto è la posizione di Meloni”. Entrambi, Crosetto e Meloni pensano che la pace in Ucraina sia nelle mani di una sola persona, ed è Putin, e che il tempo finisce solo per giocare a favore della Russia. Salvini sta rafforzando Crosetto, preparandogli la strada del Quirinale.
Quando al leader della Lega chiedono di Crosetto, dei militari di Strade sicure, Salvini fa notare che il primo a opporsi è stato il presidente del Senato, La Russa. Schlein cerca il bipolarismo con Meloni e Salvini, Salvini lo cerca con Crosetto. L’uno è il rovescio dell’altro e Crosetto lo ha compreso. Quando hanno provato a metterlo contro Giorgetti, sul meccanismo Safe, sulle armi da acquistare, Crosetto con garbo ha risposto: “Mi fido di Giancarlo”. Crosetto si è scelto la parte dell’irregolare, dell’uomo libero di destra. E’ troppo elegante per dire che in Italia, la Difesa, viene scambiata per l’edilizia. Il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha incontrato ieri Crosetto ha dichiarato che con “il ministro ci siamo confrontati sul tema della ferrovia Roma-Pescara e sul suo riconoscimento come asse strategico ai fini della mobilità militare”. E se potesse Crosetto si farebbe una risata di chi, come Salvini, prova a vendere il Ponte come archibugio, altra opera strategica salvo poi maltrattare l’Europa, Macron, la Germania. Crosetto non crede nella pace di Putin, al contrario di Salvini. Vuole essere “ottimista” ma spiega da mesi che il tempo è il miglior alleato di Putin, che la Russia si sta servendo di questi negoziati per avanzare, conquistare territori. Per Crosetto, Putin non si fermerà. Pensa che se cade l’Ucraina le prossime tappe saranno i territori russofoni in Lituania ed Estonia. Entrambi sono paesi della Nato. Crosetto si chiede cosa accadrà se la Russia dovesse attaccare quei due paesi. Non lo può dire ma ritiene che siano imbrogliapopoli tutti quelli che spacciano una pace a portata di mano e che la parola indicibile “guerra” fa ormai parte dello scenario futuro. A Meloni è stato più volte rimproverato di stare sul filo e invece c’è da parte di Meloni un uso accorto della parole. Commentando quelle dell’ammiraglio Cavo Dragone, presidente del comitato militare Nato (“la Nato valuta di essere più aggressiva” nel contrasto contro la guerra ibrida russa) Meloni ha risposto che è “una fase in cui bisogna misurare molto bene le parole evitando di surriscaldare gli animi”. Parla di Cavo Dragone perché Salvini intenda. L’Europa ha messo al bando il gas russo e la Lega ha parlato, sempre ieri, di “misura che non avrà impatti sulla guerra in Ucraina” ma avrà conseguenze su imprese e famiglie italiane. FdI continua a dire “che Salvini si deve spurgare” e che le sue parole non si traducono in voti. Sono però due modi di stare al mondo: la mollezza e la legittima difesa. Bisognerà dire grazie a Salvini. Grazie a lui Meloni ha trovato un quirinabile, oltre Meloni. E’ Crosetto il ministro Churchill. A Natale, Tajani gli regali un bulldog.