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dopo de luca
Col voto in Campania si giocano anche gli assetti futuri del centrosinistra
Non c'è suspence sull’esito, ma con il risultato si aprirà un confronto decisivo negli equilibri interni: la sfida tra Fico e l’eredità di De Luca diventa un passaggio chiave per le ambizioni di Conte e per la tenuta della leadership di Schlein
L’ultima tornata di elezioni regionali sembra non presentare incognite sull’esito, che dovrebbe essere favorevole al centrodestra in Veneto e al centrosinistra in Puglia e Campania, ma riveste un certo interesse per quel che riguarda gli equilibri interni alle coalizioni. Per il centrodestra conterà il confronto tra Lega e Fratelli d’Italia in Veneto, che potrebbe anche influire sulla decisione finale sulla candidatura nelle prossime elezioni in Lombardia, mentre il confronto in Campania viene visto con particolare attenzione nel centrosinistra.
La candidatura di un esponente dei Cinque stelle, Roberto Fico, già presidente della Camera, nella regione a lungo dominata da Vincenzo De Luca, esponente del Pd assi critico nei confronti della segretaria nazionale, viene considerata una prova generale per le possibilità di Giuseppe Conte di strappare la guida della coalizione a Elly Schlein. Non sarà tanto l’esito numerico complessivo della larghissima coalizione costruita attorno a Fico (che va dai Verdi e sinistra fino a Clemente Mastella) quanto il confronto tra i risultati delle singole liste a fornire segnali utili. La soglia raggiunta da De Luca nelle regionali precedenti, quasi il 70 per cento, è ovviamente irraggiungibile, ma un buon esito complessivo se basato su un successo personale di Fico potrebbe dare forza alla tesi di Conte secondo cui si vince soprattutto se il candidato è del suo partito. Sarà un caso, ma alla vigilia delle regionali è stato reso noto l’esito di un sondaggio tra gli elettori di centrosinistra sul leader preferito, in cui Conte primeggia molto avanti rispetto alla Schlein e Ilaria Salis (che tallona a poca distanza la segretaria del suo partito). Non vanno dimenticate anche le ambizioni “nazionali” del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, indipendente di sinistra che si presenta come il costruttore dell’ampia coalizione per Fico. Naturalmente l’esito delle singole liste avrà un peso determinante anche sugli equilibri interni dell’amministrazione che potrebbe essere pesantemente condizionata da De Luca e persino da Mastella, il che renderebbe complessa la navigazione del governatore. Quello che però va esaminato con interesse è il percorso dei Cinque stelle che, nati sotto la spinta grillina del “soli contro tutti”, a mano a mano che si è sviluppata l’azione politica di Conte, si presentano ora come i più abili e persino spregiudicati costruttori di convergenze anche apparentemente innaturali. Il laboratorio campano e persino la traiettoria personale di Fico sono la dimostrazione più evidente di questa mutazione, che è la base sulla quale Conte punta a conquistare la premiership di una coalizione tra tutte le opposizioni all’attuale maggioranza di centrodestra. Chi rischia di più in questa situazione, è la segretaria del Pd, che pur di liberarsi dell’ipoteca di De Luca ha ceduto ai Cinque stelle la candidatura a governatore della Campania e che si ritroverà comunque a misurare un’influenza assai modesta sulla nuova amministrazione.
Va detto che tutti questi problemi il centrosinistra se li è creati da solo, visto che il centrodestra si è limitato a candidare Edmondo Cirielli, un generale dei Carabinieri “uso a obbedir tacendo” che si trova meglio come sottosegretario agli Esteri e che ha condotto una campagna onorevole ma se non proprio svogliata, tutt’altro che aggressiva. Il suo lontano passato da presidente della provincia di Salerno, della quale rivendicava addirittura l’indipendenza dalla Campania, non lo aiuta di sicuro, ma la battaglia del centrodestra più che dal candidato è stata animata dagli interventi dei leader nazionali, a cominciare naturalmente da Giorgia Meloni, ma anche Forza Italia, che i sondaggi danno in forte crescita nella regione, ha lavorato per consolidare queste previsioni. Negli ultimi giorni qualche défaillance di Fico nel primo confronto televisivo con Cirielli e il suo rifiuto di partecipare al secondo hanno alimentato qualche speranza nel centrodestra di un esito diverso da quello previsto, ma la probabilità che i pronostici vengano rovesciati all’ultimo momento è assai labile. Però anche una vittoria di misura sarebbe un ulteriore problema per il centrosinistra.