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Prova di Medicina annullata per tutti? "No, solo per i furbetti", dice il ministero

Federico Giorgetti

La diffusione sul web di immagini delle domande del primo appello del nuovo semestre filtro di Medicina aveva fatto scoppiare il caos. Una nota del Mur sembrava preannunciare l'annullamento della prova di tutti gli studenti. Ma fonti del ministero chiariscono: non accadrà

"Esame annullato? Macchè, verrà annullato solo per chi ha infranto le procedure", dicono al Foglio fonti del ministero dell'Università e della Ricerca. Tutto, dicono, sembrava essersi svolto regolarmente. Gli atenei erano riusciti a garantire un'organizzazione efficiente per far sostenere a 55 mila studenti il primo appello d’esame del nuovo semestre filtro di Medicina. Al termine della prova, però, cominciano a circolare sui social le foto delle domande. Eppure suona strano, i controlli erano severissimi e il telefono vietato. Poi la nota del ministero, che non ha fatto altro che confondere e inasprire le polemiche affermando che avrebbe trasmesso a tutti gli atenei "le immagini in circolazione affinché possano essere individuati i responsabili e ripristinato il pieno rispetto delle procedure previste, incluso l’annullamento della prova", inducendo qualcuno a pensare che tutti gli studenti dovessero ripetere l'esame. Niente di tutto ciò, saranno solo "i furbetti" a dover pagar pegno per le irregolarità commesse e non tutti gli studenti. "Nessun flop, i giornali hanno esagerato", ridimensiona la fonte ministeriale.

 

Intato però le opposizioni insorgono e attaccano la ministra Anna Maria Bernini, chiedendo che venga a riferire in Parlamento: "Il governo e la ministra Bernini - contesta il M5S - avevano il dovere minimo di garantire una procedura sicura e imparziale: non ci sono riusciti. Il risultato è un sistema ancora più opaco, che di fatto non elimina il numero chiuso, non amplia l'accesso e non risolve alcun problema, anzi ne crea di nuovi". Linea ancor più dura utilizzata dai responsabili nazionali università, sanità e scuola del Pd: "Questa non è una riforma, è un inganno, che tradisce tutte le attese di studenti e famiglie, ingigantendo pesantemente addirittura costi, disagi e incertezza per tutti gli studenti".

 

Fanno riferimento al fatto che il test classico che si era svolto fino a ora non richiedeva, quantomeno, il trasferimento dello studente - con tutte le complicazioni del caso tra cambio città e affitti - e nel caso di esito negativo, i danni erano limitati. La nuova riforma, infatti, oltre a eliminare le domande che ogni anno si trovavano nei test e che facevano sempre notizia, come quelle sul luogo di nascita di Cesare Beccaria o su chi ha inventato la viennetta, prevede una formazione alla prova all'interno dell'università. La novità, ci dicono dal ministero, consiste proprio nella differenza delle prove: "non più un test selettivo, ma un vero e proprio esame universitario dopo un periodo di formazione, chi non capisce questo fa una polemica strumentale". Per superare il problema di un eventuale trasferimento temporaneo, per gli studenti bisognosi e meritevoli erano state previste quote di riserva per gli alloggi ed era possibile sostenere i corsi online. 

Il secondo appello si svolgerà il 10 dicembre, mentre i risultati di questo primo round saranno comunicati il 3 dicembre.