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Tutta colpa della sinistra
Perchè Milano non sarà mai New York
Le rivoluzioni che in Italia non si possono fare
Grande entusiasmo (dal Pd in giù) per il nuovo sindaco Mamdani e le sue idee su commercio, affitti, mezzi gratis e salario minimo. Il Corriere ci dedica una pagina. Peccato che in una città come Milano, e in tutta Italia, quelle idee siano impossibili: per le leggi centrali, quelle che mancano, e molto speso per l'opposizione della sinistra
Nonostante il magnifico contributo di idee e sforzo economico con cui imprenditori illuminati e grandi archistar hanno trasformato una grigia città post industriale in una scintillante metropoli di grattacieli e piste ciclabili, Milano non sarà mai New York, rassegnatevi. Più che rassegnarsi dovrebbero, invece, evitare di covare illusioni i moltissimi, a sinistra, che sognano di trasportare il nuovo modello New York in Italia: iniziando, perché no, da Milano, unica vera città-laboratorio di trasformazione sociale e politica. A chiarire il perché c’era ieri sul Corriere dorso di Milano un incuriosente servizio, un po’ il classico “facciamo finta che” ma anche illuminante: “E se Mamdani fosse sindaco di Milano?”. Spiegone accattivante: “Sarebbe possibile applicare le strategie di New York? Ecco in che modo”.
A parte il paragone di partenza, un po’ capzioso: “I punti di crisi sono analoghi. Il supermercato e l’affitto”, la “cacciata delle classi medie”, “le famiglie che devono spendere una fortuna per i nidi”, il Corriere allestisce quattro mini dossier paragonando le idee del neosindaco di Ny Zohran Mamdani alle possibili rivoluzioni nel nostro paese. E la cosa interessante, scusate lo spoiler, è che tutte quante le idee sono irrealizzabili. Si parte dai supermercati. Mamdani vuole crearne cinque di proprietà pubblica che vendano alimentari a prezzi all’ingrosso. A Milano esistono già 15 mercati coperti controllati dal comune, spiega il Corriere; ma è più che altro, aggiungiamo, una valorizzazione del commercio di prossimità: a calmierare i prezzi contribuiscono invece maggiormente gli iper e i discount, iniziativa privata. I mezzi pubblici gratuiti (tralasciando che a Genova c’erano e Silvia Salis li vuole cancellare in base alla regola liberista che nessun tragitto è gratis), gli esperti spiegano che costerebbero circa 400 milioni: il comune chiuderebbe per default; inoltre non solo a Milano, ma in Italia in media, “il costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici per i lavoratori è abbordabile”. E quei 400 milioni servono invece per migliorare il servizio. Storia più complicata il salario minimo. E qui, chi ha memoria, non può non notare che se ci sono problemi con le nuove forme di welfare sono spesso in parte responsabilità politica della sinistra.
Daniele Checchi, economista ed ex direttore del centro studi Inps, spiega al Corriere che “a livello istituzionale, legislativo e sindacale non mi sembra ci siano le condizioni, quindi sarà quasi impossibile un salario minimo differenziato su base locale”. Servirebbero leggi quadro che non ci sono, servirebbero modelli come le gabbie salariali (orrore!). Se Mamdani a New York potrà fare scelte simili – al netto di eventuali sfondamenti di bilancio – è perché ha facoltà impositiva e di intervento in settori di contrattazione o welfare che un sindaco italiano non ha. Chiedere a Beppe Sala. Servirebbe ad esempio una riforma per trasformare l’area metropolitana più produttiva e costosa d’Italia in una Zes. Ma gli ultimi tentativi in materia, ai tempi di Brexit, venivano dal centrodestra e sono miseramente falliti anche per opposizione della sinistra. Un’altra cosa che non è mai piaciuta a sinistra, eppure esiste e funziona, andrebbe potenziata, è il welfare aziendale: asili, mense, buoni spesa, sostegni all’affitto, orari flessibili. E magari anche la sanità attraverso i fondi privati (ma in questi giorni la sinistra lombarda grida contro la “super-intramoenia”, che invece va in quella direzione). Dipendono dalle aziende, ma bisogna superare lo scoglio ideologico dell’“uguale per tutti”. Infine gli affitti: ha un sindaco italiano la possibilità di congelarli, imporli? No, può disporre qualche sostegno, il resto dipende dal quadro legislativo nazionale. E’ come se Mamdani a Ny fosse costretto a rispettare le leggi del Texas o ad aspettare che il governo federale vari leggi erga omnes. A Milano o a Roma non ci sarà un sindaco Mamdani, nonostante l’entusiasmo, perché prima si dovrebbero avere libertà politiche e amministrative che in Italia non esistono. Queste riforme potrebbero funzionare se ci fosse, ad esempio, la famosa autonomia differenziata. Che ne dice il Pd? L’unico punto del programma che Milano sarebbe in grado di realizzare è l’unico che Mamdani, fortunatamente, ha cassato: la globalizzazione dell’Intifada.
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