“Noi come i russi”
“Zakharova sbaglia. Ma anche dagli europei una provocazione al giorno a Mosca”. Parla il 5s Pedullà
L'eurodeputato pentastellato dice: "Continuando a finanziare Kyiv non arriveremo mai alla pace. Armi, sanzioni e gas devono essere sul tavolo per fermare la guerra"
“Zakharova ogni mattina si sveglia e tira fuori una nuova provocazione, ma la verità è che non è diversa dei nostri propagandisti italiani ed europei che ogni giorno trovano una nuova sparata contro Mosca o un nuovo finanziamento all’Ucraina da annunciare”. Gaetano Pedullà, ex direttore del quotidiano La Notizia e oggi eurodeputato del M5s non difende la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ieri, mentre un operaio (che poi è morto) si trovava ancora sotto le macerie dopo il crollo della Torre dei Conti a Roma, diceva: “Se i soldi vanno in Ucraina l'Italia crollerà tutta”, ma, sostiene, in fondo anche italiani ed europei non si comportano poi così diversamente dalla propagandista del Cremlino. “Sia chiaro io penso che la Zakharova farebbe bene a occuparsi dei crolli che provocano i missili e i droni di Putin”, dice. Detto questo sappiamo qual è la posizione di Mosca: sono convinti che ci sia una forte azione antirussa nell’opinione pubblica italiana ed europea. E bisogna ammettere che non abbiano tutti torti”.
Però è stata lei a fare un commento del genere mentre c’era ancora un persona sotto le macerie. “Sì non c’è dubbio che sia stata una dichiarazione completamente fuori luogo. Questo non è discutibile. Però noi continuiamo a ritenere che per fermare la guerra sia necessario mettere sul tavolo tutto: la fornitura di armi a Kyiv, la negoziazione di uno stop alle sanzioni e anche le forniture di gas, perché è chiaro che se un giorno arriveremo alla pace si deve riaprire anche il tema delle forniture energetiche russe che sono a basso costo rispetto a quelle che acquistiamo dagli Stati Uniti, e anche di maggiore qualità perché il gas che ci danno gli americani è estratto col fracking, una tecnologia dannosissima anche sotto il profilo ambientale. Insomma, da un punto di vista geopolitico la nostra posizione è chiara e limpida. Se chiediamo distensione ai guerrafondai di casa nostra, e ce ne sono qui al Parlamento europeo, a maggior ragione lo chiediamo a Zakharova. Non siamo putiniani, siamo per la pace e per il dialogo che non ammette sbavature in fasi acute come questa. Né da una parte, né dall’altra”.
Eppure la vostra retorica – quella del “i soldi alle armi levano risorse per la scuola, la sanità, etc” – non sembra troppo simile a quella della propagandista del Cremlino: l’Italia crolla per armare Kyiv. “Guardi — replica Pedullà – la Russia spende molto di più dell’Italia per creare far crollare gli edifici di un altro paese, dunque non prendiamo lezioni da Mosca. La Russia è un paese dove gli investimenti sono stati tutti dirottati su un sistema industriale che è stato completamente trasformato in questi ultimi anni ed è diventato un sistema di guerra. Noi non vogliamo che lo stesso accada da noi. Come dice anche Salvini, non possiamo andare avanti per vent’anni ad armare l’Ucraina. Le risorse che abbiamo devono essere utilizzate per finalità di politiche sociali, di transizione ecologico-energetica, per aumentare i salari, non per la guerra. Siamo semmai noi a dover aiutare la Russia a uscire da questa economia di bellica”. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto sostiene che, in fondo, spetterà anche a noi aiutare i russi ad abbandonare l’economia di guerra, ma lui non prospetta di disarmare gli ucraini per farlo, o di non spendere i soldi per avere una forza di difesa che sia da deterrenza ad altre provocazioni russe… “Crosetto – risponde l’eurodeputato del M5s – è una persona intelligente, anche se non la pensiamo come lui. Per portare Mosca alla pace però bisogna offrirle qualcosa. Continuare ad armare l’Ucraina come accade oggi non è la soluzione. Dobbiamo mettere qualcosa sul tavolo delle trattative per fare sedere i russi al tavolo. Se invece continuiamo con provocazioni, armi e sanzioni gli diamo un’autostrada di scuse per andare avanti con la guerra. Trump ci sta provando, ma intanto la Nato, l’Europa e il Regno Unito armano l’Ucraina, così non si va da nessuna parte”.