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Vertice d'urgenza a Chigi sul Ponte. Salvini abbassa i toni: "Nessuno scontro tra poteri". La Corte dei Conti: "Verdetto giuridico"

Redazione

Meloni riunisce i due vicepremier all'indomani del pronunciamento sul ponte. Con una nota Chigi smorza le tensioni: "Attendiamo la pubblicazione delle motivazioni della delibera" per "rispondere punto su punto. Rimane fermo l'obiettivo di procedere con la realizzazione dell'opera".

"Nella riunione con Meloni e Tajani mi hanno dato mandato di andare avanti, sono convinto che dopo 160 anni i cantieri partiranno", dice Matteo Salvini davanti a Palazzo Chigi. "Andiamo avanti". La riunione di governo, convocata d'urgenza dopo la pronuncia della Corte dei Conti sul ponte sullo Stretto si è appena conclusa. "I lavori partiranno a febbraio 2026", assicura il leader della Lega rispondendo ai giornalisti. "Il Ponte non lo progetta Salvini, il ponte è studiato e accompagnato da migliaia di tavole e approvati dai maggiori strutturisti al mondo". "Aspettiamo le motivazioni. Conto di andare avanti togliendo i dubbi a tutti", l'opera - ha proseguito il leader del Carroccio - "è un acceleratore per il Sud, significa bloccare lo sviluppo del Sud del paese".

"Senza nessuno scontro tra poteri dello Stato, daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste" - continua Salvini. "Ci sto lavorando da tre anni, ci lavorerò per tre anni e due mesi". La posizione del vicepremier è quella che è stata stabilita nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato, oltre a Meloni e i vicepremier, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Con una nota Palazzo Chigi fa sapere che "all'esito della riunione si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Rimane fermo - conlude la nota - l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera".

Prima del vertice, a cui il vicepremier Antonio Tajani si è collegato in video chiamata dal Niger, Salvini ha tenuto anche una riunione al Mit con tecnici e manager per trovare una soluzione per far partire i lavori. 

Da parte loro, i magistrati contabili hanno ribadito con una nota che nel verdetto espresso ieri non c'è "alcun tipo di valutazione sull'opportunità e sul merito". "La Corte dei conti tramite la Sezione di controllo di legittimità si è espressa, nella giornata di ieri, su profili strettamente giuridici della delibera Cipess, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del 'Ponte sullo Stretto', senza alcun tipo di valutazione sull'opportunità e sul merito dell'opera", si legge in una nota diffusa in mattinata. Ora la Corte dovrà rendere note le motivazioni della mancata bollinatura della delibera Cipess entro 30 giorni.

Intanto l'Anm interviene nel dibattito e accende la polemica. "La Corte dei Conti viene attaccata per avere svolto la funzione che le attribuisce la legge a tutela delle risorse pubbliche. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla reale motivazione della riforma costituzionale della magistratura e su quella della Corte dei Conti, ci ha pensato la premier a eliminare ogni dubbio: i giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo, con buona pace della separazione dei poteri. Questa insofferenza rispetto al controllo di legalità è un segnale preoccupante", dice all'Ansa il segretario generale Rocco Maruotti. Mentre la Giunta esecutiva centrale dell'Anm ha espresso "solidarietà ai colleghi della Corte dei Conti", aggiungendo che "la loro delegittimazione è dannosa".

Uno spiraglio per superare l'impasse lo prospetta Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia. "Nelle prossime settimane l'esecutivo potrà assumersi la responsabilità politica di superare i rilievi della Corte dei Conti. Ci potrà infatti essere una deliberazione specifica del Consiglio dei ministri, che ha il compito di valutare se l'atto in questione risponda a interessi pubblici di rilevanza superiore e quindi debba essere eseguito comunque. Se il Consiglio dei ministri confermerà la necessità dell'atto - ha detto Siracusano - la Corte dei Conti dovrà comunque ordinare la registrazione dell'atto, apponendo un visto con riserva. Un atto registrato con riserva acquisisce piena efficacia legale, cioè può essere eseguito normalmente, ma rimane comunque una possibile responsabilità politica per il governo, cosa che francamente non ci spaventa".

Intanto il suo collega di partito Paolo Barelli, si smarca dalla lettura di Meloni e Salvini provando ad abbassare i toni: "La Corte dei conti ha fatto il suo lavoro. Se è stata una invasione di campo? Non lo so... ". Il capogruppo FI alla Camera ha proseguito dicendo che "legare la riforma della giustizia col Ponte" è "fantasia", "non ci allarghiamo in voli pindarici" e a chi gli fa notare che sia stata la premier a legare le due cose in un post replica: "I post fanno ormai parte della vita dei cittadini, io li uso poco"