Il racconto
La strategia di Meloni in vista del referendum sulla giustizia. Tortora, Cruciani, Mediaset e Marina B
L'ex avvocato di Tortora, volti noti del garantismo, puntare sul "costo" della mala giustizia. Si prepara la campagna della destra in viata del referendum. il più temuto dall'altra parte è Gratteri. Cassese: "Non è una gara su Meloni. La sinistra avrebbe biosgno di quarant'anni con lei a Palazzo Chigi"
Meloni vuole giustizia e la vuole nuova. Separa le carriere dei magistrati e si unisce con Marina Berlusconi. Il nuovo Landini è Nicola Gratteri. Ecco come Meloni vuole vincere il referendum sulla giustizia. La strategia prevede di coinvolgere volti popolari: da Gaia Tortora a Gian Domenico Caiazza, da Giuseppe Cruciani a Daniele Capezzone passando per avvocati come Raffaele Della Valle. La missione è trasformare il referendum nella festa della giustizia, nel sogno, pienamente realizzato, di Giuliano Vassalli.
Sta per iniziare la campagna della destra, la campagna che deve portare il governo a vincere il referendum sulla giustizia. E’ convinzione, anche a sinistra, che chi vince il referendum ipoteca la vittoria alle prossime elezioni. Oggi FdI si riunisce per studiare tappe e slogan. Il grande giorno è giovedì quando il ddl sulla separazione delle carriere verrà approvato al Senato. E’ l’ultima lettura e il Pd farà ostruzionismo. Prenderanno la parola tutti i senatori dem e come anticipato da Francesco Boccia si parlerà di “pieni poteri di Meloni”, di minaccia per la Carta. Dopo il voto, Meloni intende convocare una riunione a Palazzo Chigi, stendere personalmente la strategia. La premier è rimasta colpita, piacevolmente, dall’intervento di Marina Berlusconi sul Giornale. La figlia del Cav. ha parlato dei due volti della giustizia, di “luna nera”, ha difeso, ancora, e con passione, il padre, i lunghi anni per avere una sentenza definitiva. Per Meloni significa che “Mediaset farà la sua parte” e che la Cavaliera svolgerà un ruolo attivo nella campagna, mettendo a riparo la stessa premier.
Meloni non vuole fare passare il referendum come un sondaggio sul suo governo. Si sta ragionando su una campagna che non deve avere il tono minaccioso, come chiede il ministro Carlo Nordio, “né punizioni, né umiliazioni”, ma rivelarsi un lungo elenco, puntuale, sulla giustizia guasta. Tra i temi da illuminare c’è l’irragionevole durata del processo, le ingiuste detenzioni, le valutazioni positive dell’operato che gli stessi magistrati si auto assegnano. Per FdI è sufficiente “indicare casi come quelli di Elvo Zornitta o Garlasco”, indagini che hanno paralizzato imprese e settori economici. Non si esclude, anzi, si tenterà di coinvolgere, anche solo come forma di racconto, Alberto Stasi. Dopo l’approvazione della riforma, la destra chiederà di indire il referendum. Si sta ancora valutando se farlo attraverso cinque regioni o attraverso un quinto dei membri della Camera. Si riparte dalla responsabilità civile dei magistrati, la legge Vassalli. Il referendum per Meloni deve limitarsi alla domanda semplice “vi piace la giustizia così com’è?”, deve spiegare che finora nessun magistrato ha realmente pagato, a eccezione di una toga salernitana che nel 2018 ha versato diecimila euro per un suo errore. Il messaggio da veicolare deve essere limpido. Anche se la riforma si occupa di aspetti tecnici, come la separazione delle carriere, la campagna verterà “su quanto costa la mala giustizia”. In tutte le professioni, a eccezione dei magistrati, “chi sbaglia, paga”, ma con i magistrati, pensa il governo, “loro sbagliano e tu paghi”.
Sabino Cassese, ex giudice della Corte Costituzionale, ha già offerto consigli ma non vuole essere coinvolto in una campagna a favore della riforma. E’ di Cassese l’opinione che il referendum non debba diventare una gara su Meloni, così com’è di Cassese lo sconforto verso l’attuale sinistra e verso Landini che Cassese chiama “il genio”. A una cena fra amici, Cassese ha dichiarato: “Meloni deve restare altri 40 anni al governo per il bene della sinistra. Con Meloni altri quarant’anni, l’attuale sinistra finisce e si potrà ricostruire un pensiero di sinistra. Credetemi, alla sinistra servono quarant’anni di Meloni”. Per semplificare il messaggio, il governo vuole avere come testimonial o Gaia Tortora (nel 2026 uscirà la serie evento di Marco Bellocchio sul padre Enzo Tortora) o l’avvocato che lo ha difeso, Raffaele Della Valle. Altra figura che può sposare il referendum è Giuseppe Cruciani con il partito de “La Zanzara”. E’ prevedibile chi monopolizzerà la campagna contro la separazione della carriere. La destra è convinta che sarà Nicola Gratteri, la toga che si è sempre dichiarata contro la separazione delle carriere (ma favorevole al sistema del sorteggio dei componenti del Csm). Una delle battaglie che porterà avanti il governo riguarda l’articolo 98 che i “magistrati di fatti infrangono costantemente”. E’ l’articolo che impedisce a magistrati, militari, diplomatici di iscriversi a partiti politici. Secondo la destra viene “rispettato, di fatto, solo dai militari ma usurpato dalle toghe” che fanno politica senza bisogno di iscriversi ai partiti. Sta per arrivare la nuova giustizia di Meloni ed è la luna nera della sinistra.