
Alberto Stefani e il simbolo “gigante”. Lega in subbuglio
Il nome scelto in Veneto dal Carroccio per far dimenticare Zaia, al momento si fa ricordare solo per i ritardi e per una macchina comunicativa ancora da rodare. Lo staff del candidato allarga la sua immagine sui manifesti ma così riduce i simboli degli alleati: critiche da Forza Italia e FdI
Deve far dimenticare Zaia, ma si fa ricordare per i ritardi. E per il simbolo. Missione: aiutare Alberto Stefani, il futuro Dogino della Lega. A Vittorio Veneto lo attendevano in piazza, ed erano pronti i tramezzini, ma Stefani ha fatto tardi e i militanti si sono infuriati. La prima intervista-ritratto l’ha rilasciata a Vanity Fair e la Lega non l’ha presa bene. L’uomo che deve guidare la sua campagna elettorale? Si chiama Nicola Finco, sindaco di Bassano del Grappa (e ai piani alti ci tengono a fare sapere che è una scelta di Stefani e non del presidente della Camera, Lorenzo Fontana). Finco? In Lega lo amano come chi parcheggia sotto il garage. Che fare? Pensano dallo staff del Dogino: allarghiamo “Stefani”. E lo allargano. Peccato che allargando Stefani finiscono per rimpicciolirsi i simboli degli alleati (che protestano e non ci stanno). Forza Italia e FdI dicono adesso: “Siamo passati da una macchina comunicativa strepitosa, come quella di Zaia, a un’auto che deve ancora rodare”. Stefani sta prendendo le misure. Anche del suo cognome.
