
Ansa
Teleflotilla Pd
Schlein, la libica: mozione anti Minniti con Avs, ma Conte si sfila
La segretaria del Pd, sfruttando l'onda della vittoria toscana e il voto sul caso Almasri, rilancia una delle sue promesse congressuali e presenta una mozione contro il memorandum Italia-Libia. Ma il Movimento 5 stelle si tira indietro. I sindaci dem irritati da Salis
Sono testardamente unitari su Gaza, ma si separano su Tripoli. Elly Schlein fa la libica, supera Giuseppe Conte in radicalismo. La mozione che ora li divide è la numero 1-00498, primo firmatario la segretaria del Pd, insieme ad Avs, Più Europa, Iv. Manca la firma del M5s che crolla in Toscana. La mozione impegna il governo italiano a recedere dal Memorandum d’intesa con il governo libico. Sono gli accordi siglati dall’ex ministro del Pd, Marco Minniti, e si rinnovano tacitamente a novembre. Non dispiacciono a Conte, il premier dei decreti sicurezza. Si vota domani in Aula e a sinistra torna a bruciare la coscienza. Il nuovo timore da campo largo riguarda la ricostruzione di Gaza, l’eventuale invio di forze di pace. Se si vota, come si vota?
Teleflotilla Pd naviga verso la Cirenaica. L’idea di Schlein è sfruttare l’onda della vittoria toscana e il voto sul caso Almasri. Vuole rilanciare una delle sue promesse congressuali: mai più patti con la Libia. La mozione per stracciare il Memorandum, che ha permesso al governo italiano di finanziare l’addestramento della Guardia costiera libica, porta la firma della segretaria del Pd, quella di Riccardo Magi, Angelo Bonelli, Peppe Provenzano, Matteo Orfini e di altri due parlamentari di Avs, Francesca Ghirra e Filiberto Zaratti. Il testo recepisce le richieste delle ong ma separa il Pd di flotilla dal Pd riformista. Dice Orfini al Foglio: “E’ una mozione condivisa anche da Italia viva ed è sempre stata una mia battaglia. Oggi è un patrimonio di tutto il partito”. Non lo è di Conte, almeno sulla carta. Il Pd sta lavorando per convincere il M5s a votarla, sottoscriverla, ma la posizione di Conte sui migranti è sempre stata un’altra. E’ il presidente dei decreti sicurezza di Salvini malgrado l’abiura e dopo la firma del piano di pace a Gaza si sta riposizionando. E’ tornato il “Conte Aldo Moro” e insegue divergenze parallele ora che Avs, in Toscana, lo sorpassa. In economia è più vicino ad Armando Siri della Lega che ad Antonio Misiani del Pd e non gli piace l’intesa da Winx, Schlein-Silvia Salis. Quando hanno chiesto a Conte di eventuali primarie a doppio turno, per scegliere il candidato premier, Conte ha risposto “che è tutto da vedere se si faranno le primarie. Non ci sono solo le primarie come metodo, ci si può anche sedere al tavolo e decidere”.
L’opzione libica di Schlein è anche il suo diversivo interno. Vede il fantasma di Silvia Salis e corre a Genova ad abbracciarlo. Ha risolto con Salis ma si è messa contro il partito dei sindaci. Non appena è stata diffusa la foto Schlein-Salis, l’armocromia alla Roland Barthes (Salis vestita di rosso e Schlein di verde) i sindaci di Napoli, Roma, Torino, Milano, il poker Manfredi-Gualtieri-Lorusso e Sala si è chiesto: “Chi è Salis? Con la sua visita, la fotografia, Schlein la legittima”. Oggi il gruppo Pd del Senato viene convocato da Francesco Boccia, il Bravo, per discutere di situazione politica. Nel Pd significa discutere della situazione del Pd. I riformisti si sono a loro volta divisi: da una parte Guerini-Picierno e dall’altra Bonaccini-Decaro-Alfieri. Ora anche Picierno è per Schlein un fantasma da scacciare. Una delle richieste di Teleflotilla Pd, la triremi di Schlein, agli autori tv, è la seguente: “Invitate Picierno meno in televisione”.
In Toscana ha vinto Giani e nel Pd si dirà che è un grande successo. Si dice di meglio, lo dice Igor Trauffi, Taruffenko. Sentite: “La Toscana computa come numero di abitanti quanto Marche e Calabria messe insieme. I conti della tornata delle regionali dovremo farli alla fine, l’ho sempre detto”. Adesso la Toscava vale due Calabrie e mezzo e quattro Marche. La vera sorpresa è Casa Riformista, il mulino dei liberali di Matteo Renzi, che in Toscana diventa terzo partito più votato. Per onestà, va ricordato: Eugenio Giani stava per essere esiliato a Ponza da Schlein e nel Pd resta il problema del chiarimento. Dopo l’osso di seppia “Congresso Pd” la parola di queste ore è “assemblea programmatica Pd”. Non è altro che una seduta spiritica per non fare il congresso Pd ma per raccontare: ci siamo chiariti. Da Gaza a Tripoli passando per le correnti. Nel Pd il problema è sempre uno: la bussola.