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Malumori dem

Picierno, Sensi e la deriva Albanese del Pd

Salvatore Merlo

"Le piattaforme delle manifestazioni si condividono, non si assecondano", dice la vicepresidente del Parlamento europeo. E il deputato: "Non penso sia l’ora dei protagonismi individuali”. In una parte del partito il messaggio è chiaro: la politica si guida, non si rincorre. E nemmeno la relatrice Onu

“C’è molto narcisismo, poca politica e molta arroganza”, dice Pina Picierno. “Non penso sia l’ora dei protagonismi individuali”, aggiunge Filippo Sensi. Due voci diverse, ma lo stesso disagio. Nel Pd cresce la discussione su Francesca Albanese, l’inviata Onu per i diritti dei palestinesi che in Italia è diventata un punto di riferimento politico e simbolico. Le città le consegnano le chiavi, i sindaci la invitano nei municipi, le tv la inseguono. Sensi, senatore del Pd, spiega: “La priorità oggi, per chiunque abbia a cuore la popolazione di Gaza, martoriata e ridotta allo stremo, è quella di sostenere con tutte le forze il piano di pace, che è, adesso, l’unico varco possibile per un cessate il fuoco, per la restituzione degli ostaggi e per la vita dei palestinesi, schiacciati tra l’incudine di Hamas e il martello spietato di Netanyahu. Tutto ciò che distrae e impalla questa delicata, urgente, necessaria trattativa non mi pare utile”.

 

La linea Albanese? “Non penso sia l’ora dei protagonismi individuali, credo, come mostrano anche le piazze, che sia più importante che questa spinta venga raccolta da chi sta lavorando alla pace per fare presto. Se la sinistra poi debba ripartire da un Albanese, guardi al premier australiano che ha sconfitto una destra sovranista e xenofoba con una agenda credibile e seria”. Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, allarga lo sguardo: “Siamo passati dal bipolarismo al bipopulismo in cui l’intolleranza politica diventa un collante. Questo si applica al conflitto drammatico in Medio Oriente e a tanti altri aspetti della vita pubblica. Albanese è solo l’ultima in ordine di tempo a essere interprete di questa tendenza dove c’è molto narcisismo, poca politica e molta arroganza come dimostra la derisione di Liliana Segre fatta con un selfie davanti a un murales qualche tempo fa e l’episodio di domenica sera su La7”.

 

Si può inorridire per i massacri di Gaza senza pensare che i terroristi vadano capiti? “Si può e si deve”, dice Picierno. “Credo che la lezione che viene dalle piazze di Tel Aviv, dall’esperienza importante che il Pd israeliano di Yair Golan sta mettendo in campo ci dicano proprio questo. La sinistra italiana ed europea deve ricostruire un ponte con le forze progressiste e liberali israeliane perché lì risiede un pezzo importante della soluzione al conflitto”. E Picierno pensa che il Pd stia rincorrendo il movimentismo. “E’ giusto che i movimenti facciano i movimenti, c’è una società giustamente indignata per quel che avviene a Gaza”, dice. “Ma a me hanno insegnato che le piattaforme delle manifestazioni si condividono, non si assecondano. E se non si condividono, un partito non partecipa”.

 

“Vedere partiti e sindacati al traino dei Cobas mi fa abbastanza impressione”, conclude Pina Picierno. “Alla conferenza di presentazione dello sciopero ho visto parlamentari e Landini al fianco di Vincenzo Miliucci, l’ex capo dell’Autonomia romana che nel ’77 cacciò Lama a sprangate dall’università. Per capire il livello di cortocircuito”.  E insomma, in una parte del Pd, dove da settimane si cercano le parole giuste per tenere insieme identità e misura, il messaggio è ormai chiaro: la politica si guida, non si rincorre.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.