Intermezzo

Le "sonate" di Nordio. Gratteri su La7? "Uno spot per il governo Meloni". Venezi alla Fenice? "Resista come me"

Carmelo Caruso

Il programma di Gratteri su La7 sprofonda e il ministro infierisce. Le lezioni? "Prova che serve la riforma della giustizia". La direttrice d'orchestra contestata? "Per la bella presenza"

La “nona” di Carlo. Nordio le “sona” a Nicola Gratteri. Ministro, le lezioni su La 7 di Gratteri? “Contentissimo di vedere Gratteri in televisione. Conferma che serve la separazione delle carriere”. Gli spettatori di La7 non sono contentissimi. Ci girano i dati Auditel di “Lezione di mafie”, il programmone del Faraone Urbano Cairo, la novità della stagione 2025 di La7. Prima puntata del 17 settembre: 7,10 per cento di share. Seconda puntata: 5,52 per cento. Terza puntata del primo ottobre: 3,95 per cento di share. Discesa, crollo (caro Gratteri, si fa per scherzare, non indagare per associazione di stampo fogliesco).

 

Il rettore Gratteri, strappato maldestramente alle sue inchieste, non porta spettatori. Dall’Aspromonte, i dannati della gogna, gli indagati assolti, dopo le operazioni di Gratteri che, sia chiaro, sono “le più grandi degli ultimi 23 anni”, “da portare a scuola” (ma non in video) scrivono al Foglio. Il messaggio del dannato: “Sai perché il programma è caduto dal sette al tre per cento? L’altro quattro lo avrà arrestato nel fine settimana”. Esiste il riesame. Il garantista Nordio, alla Camera, fa il gip: “Come dico spesso (lo ripete a ogni congresso di penalisti) non mi preoccupa Gratteri. Non vedo l’ora di confrontarmi. Gratteri dimostra quello che penso. I pm devono indagare e i giudici tacere. Gratteri è la prova che serve la riforma della giustizia”. Il “bianchino” di Nordio (“posso chiedere un bianco?”) è invece la prova che Nordio si merita il programma di territorio di La7 e in aggiunta anche quello di musica (non ditelo a Corrado Augias).

 

Ministro, cosa ne pensa della nomina contestata di Beatrice Venezi alla Fenice di Venezia, la sua Venezia? “Premetto che sono un grande appassionato di musica”. Il migliore direttore? “Wilhelm Furtwängler”. Il secondo? “Erich Kleiber. Avrei qualcosa da ridire su Toscanini”. Ma come, Arturo? “Lo ritengo troppo veloce”. Riccardo Muti? “Sontuoso”. Sì, ma Venezi? “Per dare un giudizio dovrei sentirla dirigere”. Non ha avuto fortuna di conoscerla? “Ahimè, no. Ma dovremmo riflettere”. Riflettiamo? “In politica abbiamo avuto grandi donne. Thatcher, Golda Meir, in Italia abbiamo la premier Meloni. Mentre in musica non abbiamo nomi di donne”. Ma Venezi deve lasciare dopo la protesta del loggione? “Non deve dimettersi. C’è un pregiudizio sulla donna di bella presenza. Guardi me. Ho perso ormai il conto di quante volte l’opposizione abbia chiesto le mie dimissioni”. Una lezione. Gratteri al trombone, Corrado Formigli al violino, Nordio dirige. La 7 che aspetta. Titolo. I “Meloni Philharmoniker”. 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio